Continua l’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla puntualità dei pagamenti delle imprese: a giugno le aziende italiane che pagano i propri fornitori con un ritardo di oltre 30 giorni sono il 12,8%, un dato in lieve diminuzione rispetto al trimestre precedente (-2,3%), ma in crescita del 21,9% rispetto a fine 2019. È quanto emerge dallo Studio Pagamenti aggiornato al 30 giugno 2021 e realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information.
Con il 33,4% di imprese che pagano alla scadenza i propri fornitori, l’Umbria guadagna una posizione rispetto a marzo ed è al 9° posto della classifica italiana stilata dallo Studio Pagamenti di CRIBIS, aggiornato al 30 giugno 2021. A confronto con il trimestre precedente, aumentano i pagamenti puntuali (+0,6%) e diminuiscono quelli effettuati con ritardi superiori ai 30 giorni, che passano dal 14,9% al 14,6%, con una variazione del -2%. A livello regionale, Terni registra sia il maggior incremento di pagamenti puntuali (+3% vs +0,3% di Perugia), sia il decremento più elevato di pagamenti in grave ritardo (-2,6% vs -2%). Nonostante questo, per quanto riguarda la classifica delle province in Umbria la migliore è Perugia (59°), che perde una posizione rispetto a marzo, mentre Terni è stabile al 63° posto.
“Nonostante i dati sui pagamenti in grave ritardo indichino un peggioramento rispetto alla situazione pre pandemia, dichiara Marco Preti amministratore delegato di CRIBIS, un segnale positivo viene dalle imprese che pagano puntualmente i fornitori e che al 30 giugno scorso sono il 36,5%, un numero in aumento sia rispetto a fine 2020 (+2,2%) che in confronto con fine 2019 (+5,2%)”.
Per quanto riguarda i settori, lo studio di CRIBIS indica quello dei Servizi finanziari come il più puntuale (47,9%), seguito da Costruzioni (43,4%) e Trasporti e distribuzione (41,9%), mentre Commercio al dettaglio (+26,3%), Manifattura (+22,1%), Servizi (+17,2%) e Commercio all’ingrosso (+14%) sono quelli dove si registra la variazione percentuale più elevata nei pagamenti oltre 30 giorni rispetto a fine 2019.