La ricorrenza di Sant’Antonio Abate ha da sempre visto una grande partecipazione e devozione della popolazione di Collescipoli.
Dal 1959, per volere dell’allora parroco don Gino Paiella, è stata strutturata come vera e propria festa, con la costituzione del Comitato Trattoristi e la tradizionale processione dei mezzi agricoli e degli animali per le vie del borgo, la celebrazione della messa solenne, la benedizione impartita agli animali e ai mezzi e la distribuzione delle tradizionali ciambelle benedette.
Dal 1971 , anno della propria costituzione e fino ad oggi, la Pro Loco Collescipoli ha coordinato l’organizzazione della festa, insieme al Comitato Trattoristi, vero cuore della festa di Sant’Antonio Abate ,contribuendo alla salvaguardia di questa tradizione mantenendola viva e partecipata.
Quest’anno, per la prima volta in 64 anni, i mezzi agricoli non hanno potuto “sfilare” per le vie del borgo, con grande amarezza di tutta la popolazione.
“Non siamo riusciti a comprendere – afferma il Consiglio Direttivo della Pro Loco Collescipoli Associazione di Promozione Sociale rappresentato dal presidente Roberto Laurenzi – perché a soli tre giorni dallo svolgimento della festa, l’ufficio dei Lavori pubblici del Comune di Terni, con parere espresso formalmente, ha ‘sconsigliato lo svolgimento della manifestazione tramite l’accesso dei mezzi agricoli nelle vie del borgo… che potrebbero provocare cedimenti, danneggiamenti delle strade con evidenti danni e pericoli per gli utenti ordinari oltre al danneggiamento delle reti infrastrutturali poste sotto la pavimentazione di via Luigi Masi (su cui avrebbero comunque transitato i mezzi agricoli di massa e dimensioni minori, come ogni anno) e Via Villa Glori’ (dove non era previsto il transito). Inoltre – aggiunge Laurenzi – ci ha sbalordito la soluzione proposta che prescriveva misure cautelative tecniche , ancorché condivisibili, ma vincolava la concessione dell’autorizzazione alla costituzione di una fidejussione assicurativa per l’importo di 20 mila euro e al sopralluogo in contraddittorio prima e dopo la manifestazione, per la verifica dello stato di consistenza dei luoghi: due condizioni impossibili da soddisfare in tre giorni, sia per l’ottenimento della fidejussione (soluzione comunque percorsa dalla Pro Loco) sia per il sopralluogo, che, per evitare dubbi e incertezze, si sarebbe dovuto effettuare subito prima e subito dopo il transito dei mezzi agricoli. Sorgono spontanee due domande: da quando l’ufficio dei Lavori Pubblici è a conoscenza delle criticità esposte? Inoltre, se gli scenari di rischio sono tali, perché autorizzare a condizione di un atto burocratico/amministrativo che non impedirebbe comunque un potenziale danno ?
La Pro Loco ha dovuto anche attivarsi d’urgenza per permettere al Comitato Trattoristi di allestire la distribuzione delle ciambelle benedette, in quanto all’ultimo minuto i locali della sala parrocchiale (ora diventata Taverna Turritulum, vista l’insegna permanentemente presente all’ingresso) non erano più disponibili, dopo che in precedenza erano stati concessi dal parroco.
Siamo molto amareggiati riguardo alcuni commenti sui social in cui si affermava che i collescipolani non volevano i trattori nel borgo: smentiamo affermando che la popolazione vive questa tradizione e continuerà a viverla, a volerla, con i mezzi agricoli nel borgo, come da 64 anni a questa parte, a differenza di quelle 4 o 5 persone che ad ogni occasione (manifestazioni, eventi, appuntamenti culturali, etc. organizzati dalla Pro Loco) manifestano la loro contrarietà strumentalizzando politicamente Collescipoli considerandolo come terra di conquista elettorale (prima o poi se ne faranno una ragione!).
Nonostante la serie di sfortunate coincidenze di questo anno ,la Pro Loco Collescipoli APS e il Comitato Trattoristi, sempre si prodigheranno per la buona riuscita della festa e siamo sicuri che per il prossimo anno sarà trovata una soluzione che sia in grado di conciliare burocrazia e tradizione, tradizione da salvaguardare senza se e senza ma, anche per quanto detto da don Gino Paiella ( Parroco di altri tempi) ‘non fatela morire, mi raccomando!'”