Bagarre in aula, in consiglio regionale per una mozione a firma Raffaele Nevi (Forza Italia) sottoscritta dal centro destra e Liste Civiche che impegna la Giunta regionale ad individuare Terni come sede legale della Asl 2.
Il consiglio regionale in realtà ha deciso di rinviare in Commissione per approfondimenti la mozione .Il rinvio, proposto da Giacomo Leonelli (Pd), ha ricevuto 10 voti favorevoli della maggioranza e 8 contrari dell’opposizione.
NEVI, illustrando la mozione firmata anche da Claudio Ricci, e Sergio De Vincenzi (Rp), Emanuele Fiorini e Valerio Mancini (LN) e Marco Squarta (FdI), ha ricordato che “la sede legale della Asl 2 risulta essere ancora ‘provvisoria’, a differenza di quanto avvenuto per la Asl 1 di Perugia. E questo a distanza di ben quattro anni dall’approvazione dalla legge regionale ‘18/ 2012′ , in cui si stabiliva che entro trenta giorni la Giunta regionale avrebbe dovuto, con proprio atto, indicare la sede legale delle due Asl, una volta acquisito il parere della competente Conferenza dei sindaci. A distanza di anni e alla luce del fatto che recentemente abbiamo approvato il nuovo testo unico sulla Sanità, la Giunta con proprio atto può procedere alla definizione della sede legale della Asl 2. È è ora di attuare la legge e di procedere alla definitiva localizzazione della sede legale della Asl 2 nella città di Terni”.
Favorevole CLAUDIO RICCI (Rp): “Apprezzo la proposta di Nevi. Così come è stata attivata la sede legale a Perugia per la Asl 1, così anche per la Asl 2 è giusto scegliere Terni per una sua adeguata valorizzazione. È un riconoscimento oggettivo per il capoluogo provinciale. In sanità oramai si parla di sistema regionale, con specializzazioni di ogni città all’interno della rete regionale”.
Secondo Emanuele Fiorini (Lega Nord), “le due province devono essere trattate equamente e la sede dell’Asl 2 deve essere a Terni. Ma i problemi della sanità sono altri, a partire dalle liste d’attesa troppo lunghe”.
A giudizio di Andrea Liberati (M5S), “questo atto è da votare e sottoscrivere, anche se è tautologico, scontato e tardivo. Parliamo di una decisione quantomai logica, che è nella storia regionale. Terni avrebbe bisogno di molto altro, di una ambientalizzazione delle produzioni, di un dibattito sul futuro dell’edilizia sanitaria ternana per non buttare soldi in inutili ristrutturazioni e puntando ad un nuovo nosocomio Terni-Narni”.
A tutti ha risposto l’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini, secondo il quale “la mozione deve essere respinta perché vorrebbe risolvere il problema solo nella Asl 2, mentre neanche la Asl 1 ha individuato la sua sede legale, e perché vuole passare sopra alle esigenze di territori e di cittadini. La conferenza dei Sindaci ci chiede di non decidere perché abbiamo necessità di approfondire la questione, ritenendo di dover effettuare ulteriori valutazioni, anche in relazione ai futuri assetti istituzionali. Inoltre siamo vicini al nuovo piano Sanitario, dove potremo affrontare la tematica. La mozione, poi, contiene svariate imprecisioni che viziano la proposta e il contenuto. Sono amareggiato da un dibattito su piccole cose. Mi sarei aspettato un ragionamento diverso dall’opposizione, ad esempio sull’abbattimento delle liste d’attesa o sull’aumento della copertura del piano vaccinale e sui nuovi investimenti nella sanità nel sud della Regione. Invece parliamo di sede legale. Ma non è vero che l’Asl 1 ha individuato la sede legale a Perugia. L’Asl 1 come l’Asl 2 non hanno mai individuato le rispettive sedi legali definitive. Il percorso è preciso, e prevede la partecipazione dal basso e dei territori”.
Distinguo nella maggioranza. Vale per tutti l’intervento di Attilio Solinas (PD): “sono favorevole alla mozione perché Terni ha le strutture giuste per detenere la sede legale. Però – ha precisato – non bisogna tener conto di pulsioni campanilistiche. La riforma delle Asl tende a razionalizzare, ad accorpare le risorse e i centri dirigenziali. Bisogna vedere l’Umbria nel suo insieme, con le varie esigenze dei territori, verificando che ogni area abbia i propri servizi. Non è con una sede in più o in meno che si soddisfa un territorio”.