Compagini societarie, terreni, fabbricati, automezzi, per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro, sono stati sequestrati dalla polizia di Stato di Perugia e Crotone, su disposizione della Procura della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, nell’ambito dell’azione di contrasto all’accumulo di patrimoni illeciti da parte della mafia.
Tutti beni riconducibili, secondo gli investigatori, agli eredi di un esponente di vertice della cosca ‘Trapasso’ di San Leonardo di Cutro (deceduto nel 2020 nonché considerato uomo di fiducia di Cosimo Commisso, capo dell’omonima cosca di Siderno) e ad un imprenditore calabrese, entrambi ritenuti punti di riferimento in Umbria per gli affiliati alla citata consorteria mafiosa e a diverse altre famiglie di ‘ndrangheta dell’area ionico – catanzarese.
Entrambi furono arrestati nel 2019, a Perugia, nell’ambito della cosiddetta operazione ‘Infectio’ condotta dalla polizia con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Secondo gli investigatori l’inchiesta, oltre ad aver dimostrato l’operatività in Umbria della ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro, consentì di accertare l’esistenza di un sodalizio criminale dedito all’infiltrazione nel tessuto economico e imprenditoriale della regione.
Secondo gli investigatori le indagini, oltre a documentare la pericolosità sociale dei soggetti, hanno consentito di accertare come questi abbiano reinvestito, attraverso l’interposizione fittizia di stretti congiunti o di terze persone, i proventi delle presunte attività delittuose non solo nell’acquisto di beni mobili e immobili di ingente valore, ma anche in compagini societarie operanti prevalentemente nel campo dell’edilizia, degli autotrasporti e della ristorazione.
Società che dietro lo schermo dei ‘prestanome – è emerso dalle indagini – erano oggetto di una gestione criminosa sia sotto il profilo contabile che fiscale, nonché funzionali ad assicurare alla cosca di riferimento il controllo economico-imprenditoriale dei relativi settori di interesse nella provincia di Perugia e Crotone, anche attraverso atti estorsivi e di illecita concorrenza.
Due i provvedimenti di sequestro, emessi ai sensi della normativa antimafia ed eseguiti stamani dal Servizio centrale anticrimine e delle Divisioni anticrimine di Perugia e Crotone che hanno riguardato, in particolare, nove compagini societarie, un’impresa individuale, 42 immobili, tra terreni e fabbricati, 41 automezzi, cinque veicoli, tre posizioni nell’ambito di altrettanti contratti di leasing per l’ acquisto di veicoli e circa 50 rapporti finanziari, titoli e depositi.
“Innalzare la capacità di colpire i patrimoni accumulati dalle organizzazioni criminali – ha sottolineato il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della polizia di Stato – è la nuova sfida dell’azione di contrasto della Polizia di Stato alla criminalità organizzata di stampo mafioso. La piena operatività del connubio Questore-Procuratore della Repubblica nella proposizione e nell’esecuzione delle misure di prevenzione patrimoniali congiunte, ha aggiunto, è garanzia del raggiungimento del miglior risultato possibile. Il sequestro degli ingenti patrimoni illecitamente guadagnati – ha sottolineato ancora Messina – completa il lavoro svolto dalla Polizia di Stato contro la componente militare di queste organizzazioni criminali e l’eccellente risultato conseguito sull’asse Perugia-Crotone con la procura della Repubblica di Catanzaro testimonia plasticamente la strategia adottata negli ultimi tre anni dalla Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato grazie al Servizio Centrale Anticrimine e alle Divisioni Anticrimine delle Questure”.