Cominciano i problemi delle società della terza serie in Italia in virtù delle problematiche legate al Coronavirus.
Nella prima mattinata con una nota del suo presidente il Catania ha emesso un comunicato in cui annunciava esplicitamente che alla scadenza del 16 marzo non era stata in grado di far fronte al pagamento degli emolumenti dei propri dipendenti in virtù del fermo del campionato che ha impedito l’introito di somme sia derivanti dalla bigliettazione che dall’operazione di marketing e pubblicità.
Il Calcio Catania, inoltre, specifica nel comunicato di aver fatto presente al presidente Gravina, alla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche ed alla Lega Italiana Calcio Professionistico l’impossibilità di provvedere al pagamento in modo tempestivo.
La società siciliana, poi, si augura che il Governo prenda dei provvedimenti per riconoscere le cause di forza maggiore che impediscono di rispettare quelle che sono le scadenze e, conseguentemente, studiare come superare tali difficoltà.
Dopo il Catania anche la Casertana con il suo presidente Giuseppe D’Agostino, imprenditore caseario, ha fatto presente di non aver avuto la possibilità di corrispondere ai calciatori, tecnici e amministrativi, quanto previsto dai contratti in virtù degli effetti del coronavirus che ha anche ridotto l’attività imprenditoriale dell’azienda del presidente e che non ha permesso allo stesso di far fronte agli impegni presi.
Insomma, si sa che a capo delle società ci sono nella gran parte dei casi degli imprenditori e, purtroppo, i riflessi del coronavirus si ripercuotono sulle attività creando, a catena, dei problemi di liquidità che vanno poi a paralizzare le società calcistiche impedendo che possano essere rispettati gli impegni presi.
Insomma, la situazione è davvero pesante e la posizione delle società della Terza Serie è di forte pericolo anche perché, è bene ricordarlo, la Federazione è molto avara con la serie C mentre è larga di maniche con la B e, soprattutto, con la A con milioni e milioni di contributi derivanti dai diritti televisivi.