Si è finto un operatore antifrode della banca e ha derubato 400 euro alla vittima. Per questo gli agenti del Commissariato di Assisi hanno denunciato per il reato di frode informatica un 27enne che già ad ottobre si era reso protagonista di un simile episodio.
La vittima, una volta compreso di essere stata truffata, ha denunciato l’accaduto alla Polizia di Stato, ricostruendo l’esatta dinamica dell’evento.
L’uomo, titolare di un conto bancario, aveva scaricato sul proprio telefono l’applicazione per poter effettuare movimenti e transazioni telematiche. Verso fine settembre gli era apparsa una notifica sull’app in cui veniva avvisato che la propria utenza era stata momentaneamente sospesa per motivi di sicurezza e per riattivarla avrebbe dovuto cliccare sul link indicato e compilare un modulo anagrafico. L’uomo credendo nell’autenticità di quel messaggio, ha seguito le istruzioni.
È comparsa a quel punto una finestra di accesso alla banca. Una volta inseriti i codici di accesso si è aperta una seconda pagina nella quale gli veniva chiesto di inserire i dati della carta di credito. Insospettito, ha deciso di chiudere tutte le schermate. Dopo pochi minuti, la vittima è stata contattata da un uomo che si presentava come operatore della propria banca che gli forniva istruzioni su come sbloccare la propria utenza senza successo.
Nei primi giorni di ottobre, sulla casella di posta elettronica dell’uomo è arrivata una mail nella quale veniva comunicato che era stato inviato un bonifico bancario per un importo di 400 euro in favore di un beneficiario a lui ignoto. Il giorno successivo, la vittima ha contattato la banca che ha bloccato il conto corrente. Dagli accertamenti condotti è emerso che il bonifico era stato effettuato pochi minuti dopo la conversazione tra l’uomo e il sedicente operatore antifrode.
Raccolta la denuncia dell’uomo, i poliziotti del Commissariato di Assisi prima di interessare la Procura della Repubblica hanno avviato le indagini che hanno consentito di individuare il presunto responsabile della frode.
In corso di approfondimenti è emerso che l’utenza telefonica utilizzata per contattare la vittima è risultata intestata – come spesso accade per questa tipologia di reati – ad un extracomunitario non residente in Italia, mentre nell’ambito di ulteriori approfondimenti e anche grazie al contributo fornito dal denunciante è stato individuato il conto corrente sul quale sarebbero stati accreditati i soldi.
Al termine della ricostruzione dei fatti gli elementi raccolti sono stati trasmessi alla Procura di Perugia.