Le bandiere hanno sventolato per tutta la mattina: erano quelle del presidio dei lavoratori della Treofan davanti alla portineria centrale del Polo Chimico in Via Narni: si erano ritrovati per far vedere alle istituzioni la loro presenza, che parla di numeri importanti, di almeno trecentocinquanta lavoratori che non hanno più un posto dove andare. La loro è stata una protesta pacifica, per accelerare le iniziative per una ripresa della attività produttiva, che al momento è quanto mai problematica.
La cosa drammatica è che la chiusura della Treofan ha fatto diventare l’Italia importatrice di film polipropilenico in quanto parte della produzione che si realizzava a Terni è passata a concorrenti italiani ma la gran parte allo stesso gruppo che mantiene le attività in Germania ed Olanda.
Come sia, il film polipropilenico che è stato inventato nello stabilimento della Treofan, ormai non si produce più a Terni. Tardano comunque a far sentire la propria voce le istituzioni anche se sono vincolate da passaggi istituzionali come le operazioni del liquidatore, che la famiglia Jindal ha messo all’opera per disfarsi di impianti che non avrebbe mai dovuto accaparrarsi. Adesso è il momento della protesta e della pressione verso le istituzioni perché alla fine trovino una soluzione che ripristini il livello occupazionale della provincia ternana.
IL COMUNICATO SINDACALE FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL, UILTEC-UIL, DEL SINDACO TERNI LEONARDO LATINI E DELL’ASSESSORE REGIONALE MICHELE FIORONI
L’attuale situazione dello stabilimento di Terni della Treofan Italy srl, contraddistinta da profonde criticità, determinate da scelte della proprietà in palese contrasto con le potenzialità produttive e del mercato, trae origine – a nostro avviso – da un disegno preordinato di dismissione del sito, da oggettive inadempienze contrattuali e degli impegni assunti, da atti in contrasto con la ratio di normative che hanno consentito l’acquisizione di rilevanti contributi.
A tale proposito, si fa osservare che dall’ottobre 2018, periodo di acquisizione da parte della Jindal di Treofan, si assiste al ridimensionamento del quadro produttivo, con la chiusura dello stabilimento di Battipaglia e con il trasferimento di produzioni dallo stabilimento di Terni a quello di Brindisi, in particolare di quelle più interessanti sotto vari profili, con decremento per Terni degli investimenti, delle manutenzioni, degli organici, con sempre minor impegno degli impianti ternani derivante dal “dirottamento di ordini” in un contesto, fra l’altro, caratterizzato da assenza di contrazioni per le forniture di “film per alimenti”che, anzi, con la pandemia riscontrano un maggior consumo di prodotti alimentari confezionati.
Dal febbraio 2020, nonostante l’utilizzo per lo stabilimento di Terni di misure sociali che avevano ed hanno come presupposto la salvaguardia della continuità produttiva, vengono deliberatamente dirottati ordini sullo stabilimento di Brindisi, in contrasto con le capacità produttive, qualitative e quantitative del sito ternano.
Tutto ciò risulta in maniera incontestabile dalle disposizioni poste in essere dalla proprietà di Treofan Italy srl e tale quadro di riferimento ha riscontrato una ulteriore e significativa conferma con le decisioni assunte per gli ordinativi successivamente all’accordo stipulato in data 10 agosto 2020 dalla Treofan Italy srl con le Organizzazioni Sindacali, alla presenza del Ministero dello Sviluppo Economico nella persona del Sottosegretario Alessandra Todde, del Sindaco di Terni e del competente Assessore della Regione dell’Umbria.
Tale accordo prevede l’obbligo di riqualificazione dello stabilimento di Terni nell’ambito del gruppo Treofan, riconoscendo l’interesse qualitativo delle sue produzioni, individuando misure specifiche quali la riallocazione di produzioni “speciality”, storicamente di pertinenza dello stabilimento di Terni, ed ogni altra iniziativa utile a recuperare clienti.
In tale contesto, con il suddetto accordo Treofan Italy srl si obbligava altresì alla pianificazione della produzione, con l’indicazione che gli ordini per lo stabilimento di Terni nel mese di settembre 2020 e successivamente sarebbero stati superiori a 600 MT, con incremento dei piani di produzione e delle spedizioni del prodotto finito.
La Treofan Italy srl si impegnava altresì al trasferimento a Terni da Battipaglia di componenti per alimentare, una grande linea di granulazione per film trasparenti, con scarti riusabili e potenziali futuri scarti PE riusabili, al trasferimento di una taglierina, ad avviare la valutazione tecnica sulla linea B30 di film polietilene ( PE), con un piano di intervento e nuove opportunità di business per lo stabilimento di Terni, ad incontrare la regione dell’Umbria per le opportunità offerte dall’area di crisi complessa.
In questo contesto, caratterizzato da precisi e cogenti obblighi per Treofan Italy srl, con decorrenza 11 agosto 2020 veniva avviato il ricorso alla cassa integrazione con modalità di rotazione.
Treofan Italy srl, subito dopo aver sottoscritto l’accordo del 10.08.2020, in palese contrasto con i menzionati impegni, continuava l’opera di “trasferimento e dirottamento di ordini” dallo stabilimento di Terni a quello di Brindisi, certificando l’oggettivo inadempimento confermato dalla altrettanto oggettiva mancata attuazione degli impegni menzionati e specificamente indicati nell’accordo del 10.08.2020, con tutte le ovvie conseguenze sotto ogni profilo anche per ciò che concerne le misure sociali attivate nel quadro di riferimento descritto .
Infine, si fa osservare che lo scenario in questione comporta anche la necessità di una verifica della legittimità dei contributi concessi alla Jindal dalla Regione Puglia, tenendo conto di quanto previsto dal regolamento europeo n° 1084/2017 che ha modificato il regolamento europeo n° 651/2014, il quale prende in considerazione le delocalizzazioni, i trasferimenti di attività, la perdita di posti di lavoro per la stessa attività o per attività analoghe, con i conseguenti doverosi provvedimenti”.
Il comunicato firmato dalle organizzazioni sindacali , dall’assessore regionale e dal sindaco di Terni si conclude con l’invito alla Jindal “a dare puntuale seguito agli impegni assunti, revocando con immediatezza ogni atto in contrasto con gli stessi, avanzando ogni più ampia riserva per le iniziative nelle sedi opportune, anche per i dannisubiti e subendi”.