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Sovraffolllamento e condizioni vergognose per gli operatori nei carceri dell’Umbria

La Casa circondariale di Terni guida il gruppo dei penitenziari

di f.petrelli
lunedì 18 Novembre 2024 15:07
in Politica e sindacale
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Sovraffollamento, carenza di personale, difficile gestione dell’elevato numero di reclusi con problemi di tossicodipendenza ed affetti da disturbi psichici sono le principali criticità rilevate nel corso dell’ultimo anno. Dopo i vari interventi della politica e dei sindacati anche con l’arrivo dell’ex Capo del Dap Petralia e l’allontanamento della Dott. Venezia il Provveditorato Toscana-Umbria ha continuato a persistere nell’invio negli istituti dell’Umbria dei detenuti più problematici.

L’analisi parte dal persistente problema del sovrannumero dei detenuti presenti rispetto alla capienza regolamentare. Un elemento di criticità questo che sembra accomunare tutti e quattro gli istituti del territorio con maggiore attenzione per quelli di Perugia (+44%) e Terni (+40%), in misura più contenuta per Spoleto e Orvieto. La percentuale di detenuti stranieri ospitati nelle quattro carceri  è pari al 31% del totale e per gli italiani la maggior parte sono detenuti del sud con il problema che le case circondariali non riescono nemmeno più ad accogliere arresti in flagranza delle forze delle ordine.  Un grave problema anche per le forze di sicurezza del territorio che sono costrette a tenerli nelle celle di sicurezza o ad accompagnarli nei carceri limitrofi fuori regione.
Anche per il 2024 sono emerse le difficoltà di gestione da parte del personale impegnato all’interno delle carceri: da evidenziare la grave carenza di organico del corpo di polizia penitenziaria, in particolare negli istituti di Perugia e Terni dove gli incrementi si sono completamente azzerati con distacchi scellerati da parte del Dap ancor prima dell’arrivo in sede, principalmente al reparto GOM.

A Terni l’organico di Polizia penitenziaria effettivo è di 185 unità, a fronte delle 243 previste con una carenza di 50 agenti assistenti e 10 ispettori; a Spoleto le unità effettive sono 260, a fronte delle 273 previste con una carenza di 40 assistenti, Orvieto conta 55 unità effettive a fronte delle 62 previste.
 A Perugia a fronte di un organico previsto di 234 unità, la forza operativa è di 189 persone con una grave carenza di ispettori sovrintendenti di circa il 50 per cento. Va rilevato inoltre che l’età media del personale in servizio nelle quattro carceri dell’Umbria è piuttosto elevata tanto che a Terni sono previsti 10 pensionamenti entro il 2024 e altri venti entro il 2025 mentre a Spoleto saranno 25 i pensionamenti entro il 2024 e altri 20 entro il 2025. La situazione del personale di polizia penitenziaria è assurda, tante ore di straordinario e turni che superano qualsiasi contratto collettivo nazionale. Attualmente risulta una generale carenza di personale della Polizia Penitenziaria impiegato presso le quattro strutture: sono 771 gli effettivi a fronte degli 831 previsti e in queste cifre bisogna considerare i distacchi indiscriminati autorizzati dal Dap e dal Provveditorato Toscana-Umbria ormai prossimo alla dismissione. A Terni alla fine dell’estate sono state assegnate circa trenta unità, di cui quattordici distaccate al Gom, cinque distaccate per legge 104 e con dieci trasferimenti circa la plusvalenza si riduce a zero. A Spoleto nonostante i pensionamenti e i trasferimenti la forbice è diversa con solo tre distaccati e con una plusvalenza che al momento ha ripianato solo in parte il deficit agenti-assistenti.

Ancora elevati, sebbene non aumentati, sono i casi di autolesionismo, di tentato suicidio o aggressione al personale in servizio o ad altri operatori. Ricordiamo il triste primato di Terni con sei suicidi tra fine 2023 e 2024. A Terni, nel corso del 2024, si sono verificati 13 tentati suicidi; 39 i casi di autolesionismo e 8 aggressioni fisiche al personale di polizia penitenziaria. Nel carcere di Spoleto 6 tentati suicidi, 58 casi di autolesionismo e una sola aggressione agli agenti. La situazione di Orvieto è di nessun tentato suicidio, 7 casi di autolesionismo, nessuna aggressione alla polizia.
Un altro tema centrale è l’alta percentuale di detenuti affetti da problemi di tossicodipendenze o psichici. Su 1604 ristretti totali nelle carceri umbre, di cui 1534 uomini e 70 donne, a fronte di una capienza regolamentare di 1339 posti letto (ridotti a 1291). Con una percentuale di sovraffollamento quindi del 24,24%. Nel complesso sono presenti 1333 detenuti con posizione giuridica definitiva (83,1% rispetto al totale dei reclusi), quelli con posizione non definitiva sono 271 (16,9%): i posti letto destinati ai non definitivi sono 577, mentre quelli con posizione definitiva il numero è pari a 762. Sul totale, 501 sono i reclusi di nazionalità straniera (31%). Inoltre, 452 presentano problemi di tossicodipendenza (28,17%) e 224 sono quelli affetti da disturbi di tipo psichiatrico (13,96%). Proprio su quest’ultimo punto è stato siglato a fine luglio un protocollo d’intesa tra uffici giudiziari del distretto e Asl competenti in materia di applicazione di misure di sicurezza e trattamento di autori di reato affetti da tali patologie. L’accordo ha già preso forma attraverso una capillare raccolta dei dati inerenti i reclusi con tali problematiche e un censimento aggiornato delle comunità terapeutiche regionali. Nel protocollo sono previste infatti non solo concrete forme di collaborazione e coordinamento tra autorità giudiziaria e servizio sanitario, ma vengono altresì dettati precisi criteri organizzativi, sulla base del riconoscimento del ruolo solo residuale che deve avere la misura di sicurezza detentiva, dovendosi dare prevalenza al trattamento terapeutico e riabilitativo nel contesto territoriale di riferimento. Il progetto terapeutico deve essere individualizzato, anche al fine di limitare il numero delle detenzioni.
Purtroppo, ad oggi, nella regione Umbria, come evidenziato in più occasioni le Rems (residenze l’esecuzione delle misure di sicurezza) non sono state ancora realizzate, nonostante le sollecitazioni della corte costituzionale. Il problema è sempre campanilistico e come al solito si vorrebbe portare la REMS nella provincia di Terni, decisione impraticabile per diversi fattori, in primis la Casa circondariale di Terni è già una struttura complessa per le molteplici tipologie di detenuti e creerebbe ulteriori criticità aggravando ulteriormente il territorio per le infiltrazioni criminali e per le specialità di esecuzione penale della polizia penitenziaria.
I detenuti al penitenziario di Terni appartengono a diversi circuiti penitenziari: 41bis n.30, As2 n.10, As3 n 269 circa di cui 3 semiliberi e 10 ristretti nella sezione Protetta lato Promiscui M/B, comuni n 254 di cui n 40 appartenenti al circuito riprovazione sociale, n.3 allocati lato B promiscui e n 3 sezione G lato accoglienza. Il personale sanitario esasperato fugge dai carceri di Perugia e di Terni, mancano i medici, gli infermieri e il personale specializzato per la mancanza di organizzazione e per le scarse risorse economiche assegnate ai nosocomi detentivi. Mancanza di visione per un mondo che va supportato per la reintegrazione e per il reinserimento sociale e non vessato con la mancanza di garanzie costituzionali e socio-sanitarie.

Nel dettaglio, per quanto riguarda gli istituti: nella Casa Circondariale di Terni risiedono circa 560 reclusi, i detenuti affetti da problemi psichiatrici sono 120, quelli tossicodipendenti 136.  
Alla Casa di reclusione di Spoleto 460 reclusi circa con 40 tossicodipendenti e 5 detenuti affetti da disturbi psichiatrici. 
Alla Casa di reclusione di Orvieto, a fronte di 119 condannati circa, 61 sono i detenuti tossicodipendenti e 35 quelli affetti da disturbi di tipo psichiatrico. 
La situazione più critica dal punto di vista del numero dei reclusi è quella della Casa circondariale di Terni, che a fronte di una capienza regolamentare di 422 posti letto ospita 560 detenuti circa (+35%), di cui 149 cittadini stranieri. I detenuti comuni sono 200, di cui 63 con posizione giuridica non definitiva: i posti letto destinati ai non definitivi sono 422 mentre per quelli con posizione definitiva il numero è pari a zero. 
La Casa di reclusione di Spoleto prevede 450 posti letto e ospita attualmente 460 ristretti circa (+2,6%), di cui 45 stranieri. I detenuti comuni sono 97, di cui 13 con posizione giuridica non definitiva: i posti letto destinati ai non definitivi sono 21 mentre per quelli con posizione definitiva 435. La situazione della Casa di reclusione di Orvieto è di 119 detenuti a fronte di 98 posti previsti (+20%), di cui 42 stranieri. A Perugia sono presenti 462 detenuti, la capienza effettiva sarebbe di 363 soggetti. I detenuti comuni sono 107, di cui 3 con posizione giuridica non definitiva: i posti letto destinati ai non definitivi sono pari a zero, mentre per quelli con posizione definitiva il numero è pari a 98.

La popolazione detenuta in attesa di una condanna definitiva, presente nella casa circondariale di Terni è del 35% rispetto al totale dei reclusi. L’istituto penitenziario ternano dovrebbe ospitare solo detenuti con posizione giuridica “definitiva”, mentre nelle Case di Reclusione di Spoleto ed Orvieto le percentuali riferite alla popolazione detenuta in attesa di una condanna definitiva si attestano in misure molto limitate, rispettivamente 6% e 2,5%.

La grave carenza di personale rende quindi molto difficile garantire l’ordine e la sicurezza all’interno e all’esterno degli istituti.

I dati e le statistiche sono suscettibili di variazione.

 

 

 

Tag: caforiocarceridapdignitàdirittigarante dei detneutimancanza di personaleministero della giustiziapolizia penitenziariaprap toscana umbriarispettosanitàsovraffollamento
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