L’annoso problema delle liste di attesa continua a costituire una delle principali piaghe che affliggono la sanità pubblica nel nostro Paese.
Federconsumatori, insieme alla Cgil di Terni, segue da tempo e con estrema attenzione una situazione che, di fatto, finisce per pregiudicare il diritto alla salute di milioni di cittadini e che non fa che peggiorare.
Per questo nell’ultimo mese abbiamo inteso raccogliere la protesta dei cittadini organizzando insieme alla Cgil e alle categorie una raccolta di firme il mercoledì presso il mercatino settimanale e in Piazza della Repubblica.
Iniziativa che ha raccolto grande consenso tra i cittadini che hanno firmato in massa vista la condizione della sanità pubblica sul territorio e i tempi di attesa per avere una prestazione.
Gli utenti riscontrano sempre più spesso ritardi nell’accesso a visite specialistiche, esami diagnostici e ricoveri, per i quali sono necessarie attese che vanno ben oltre i tempi previsti dal Piano nazionale di Governo delle liste d’attesa.
Proprio in questi giorni sono emersi problemi gravi al pronto soccorso di Terni. Il settore sanitario italiano e quello Umbro non è nuovo, purtroppo, ad episodi di questo tipo, che dimostrano gravi opacità nel sistema di gestione delle liste stesse e la sussistenza non solo di responsabilità individuali dei soggetti direttamente coinvolti, che verranno accertate nelle sedi opportune, ma anche e soprattutto una grave responsabilità politica da parte della Regione, che dovrebbe invece garantire la corretta erogazione dei servizi secondo criteri e metodologie più che trasparenti.
Gli episodi più recenti dimostrano, ancora una volta, come i tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie siano ormai un’emergenza che richiede interventi non più rinviabili. Pazienti in coda per un posto in reparto, mentre scarseggiano medici e infermieri.
“È evidente che questo stato di cose favorisce il ricorso alla sanità privata – afferma il presidente Federconsumatori Terni Franco Todaro – cosa nettamente contraria a ciò che prevede la nostra Costituzione e chi può permetterselo ricorre alle prestazioni professionali in intramoenia o nel privato a pagamento – tanto che la spesa privata annua per la salute ammonta a circa 38 miliardi di euro – mentre altri sono invece costretti a compiere enormi sacrifici o ancora a rinunciare del tutto alle cure. Nelle prossime settimane insieme alla Cgil di Terni continueremo a raccogliere le firme dei cittadini in altri luoghi della città per poi inviarle all’assessore e alla presidente Tesei”.