Le poltrone non fanno gola a nessuno – almeno dicono – però si allunga sempre più la lista dei nomi degli aspiranti a sedersi sul seggio senatoriale da cui s’è alzata Donatella Tesei eletta presidente dell’Umbria. I nomi sono i più disparati, ma far fumo in certe occasioni conviene. La Lega non ha dubbi sul fatto che vincerà a man bassa le suppletive dell’8 marzo prossimo per il collegio che comprende Terni e proprio per questo si “sente” nell’aria una certa tensione. Anche quella del futuro senatore è una faccenda che contribuisce a far nascere qualche interrogativo sulla coesione della Lega ternana, specialmente se la si mette in relazione con l’andirivieni nei gruppi consiliari di maggioranza al Comune di Terni ed anche in seno alla giunta comunale con giubilazioni improvvise, promozioni impreviste, malumori diffusi arrivati in superficie dopo lo sbattimento di porta di Sara Francescangeli, assessore da “toccata e fuga” cancellato a sorpresa.
Tutti avvenimenti di cui la Lega, attraverso un documento reso pubblico e firmato dal commissario Barbara Saltamartini e dal segretario regionale Virginio Caparvi, ha cercato di alleggerirne portata, effetti e significati. Uno scritto, quello di Saltamartini e Caparvi, che ha la forma di un virtuosismo letterario capace di far impallidire i più ondivaghi democristiani del tempo che fu. “Sebbene – dice la nota – le scelte operate per il rimpasto di giunta siano il frutto di volontà non interamente coincidenti con quelle proposte dal movimento politico che ha ottenuto il 41% dei consensi nella scorsa tornata elettorale e che ha suggerito personalità di assoluta capacità ed in continuità con il lavoro svolto fino ad oggi, la Lega con i propri consiglieri e assessori comunali sosterrà in modo costruttivo e propositivo il lavoro che il primo cittadino sta portando avanti per il bene della città di Terni “.
Da che nasce l’esigenza di parlare di sostegno al sindaco? Excusatio non petita, ecc. ecc. E in effetti, in soldoni, il sostegno c’è ma certe scelte – si specifica – sono di Latini che se ne assume la responsabilità, davanti ad un partito elettoralmente potente, il primo a Terni e in Umbria per cui è della Lega la “responsabilità di contribuire a dare le soluzioni ai problemi dei cittadini”. Un compito – aggiungono i due – che “a differenza di altri” (una bottarella a quelli di prima ci sta sempre bene), si intende portare a termine “come sempre attraverso un serrato e propositivo confronto con la giunta, non certo per le poltrone ma solo ed esclusivamente nell’interesse della comunità ternana. Metodo che da sempre abbiamo seguito e che come dimostrano i crescenti consensi elettorali sta premiando il nostro lavoro”. Una “sana competizione” tra partito e suoi rappresentanti negli organismi istituzionali, con questi ultimi sempre davanti al mirino di giudici autoinvestitisi del ruolo di “garanti” del bene collettivo.
L’avvertimento traspare in maniera abbastanza evidente, e uomo avvisato mezzo salvato. Chissà che non ci sia qualche chiamata a buca? Magari non appena sarà stata conclusa questa minitornata elettorale che la Lega sembra considerare come il disbrigo di una semplice formalità. Ma, appunto, si sa, quando un posto è dato per sicuro gli appetiti si scatenano, inutile fare tante chiacchiere sulle poltrone che non interessano. E si scatenano anche gli “sponsor” che vorrebbero metter lì questo o quello. Resta, nonostante le azioni fumogene, alla base la divergenza tra il sindaco di Terni (il quale va considerato ha avuto il voto di oltre diciassettemila ternani ed ora è il sindaco di tutta la città, anche di chi non lo ha votato) e il commissario, inviato dall’alto per governare quattro “scavezzacolli” ed impedire loro di combinare guai.
Il duo “fasano” della Lega però salta la questione candidatura a pié pari nella sua nota “distensiva”: “Alla Lega spetterà proporre il miglior candidato e, come ovvio che sia, la scelta finale è sul tavolo del nostro Segretario Federale Matteo Salvini. A lui faremo delle proposte, abbiamo più di un’idea in considerazione delle tante persone di qualità che il movimento esprime e del peso dei singoli territori anche alla luce delle recenti elezioni regionali con i conseguenti equilibri che sono derivati. Ma, a prescindere dal susseguirsi del gossip giornalistico, la scelta spetta insindacabilmente a Matteo Salvini come accaduto per tutte le candidature nazionali”.
Cuntent?