Sulla vicenda stadio-clinica la polemica politica si fa sempre più aspra. E’ di oggi lo contro totale fra l’assessore regionale Enrico Melasecche (ieri pubblicamente ringraziato dalla Ternana, ndr) e il portavoce dell’opposizione in regione, Fabio Paparelli (Partito Democratico).
Il primo comunicato al vetriolo è quello dell’assessore Melasecche
Il PD supera se stesso – scrive l’assessore – Il comunicato di ieri pomeriggio dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, su quali e quante menzogne il PD aveva fin qui impostato il proprio falso equilibrismo in merito alla tutela della salute, all’amore per la sanità pubblica, alla volontà sbandierata di solidarietà endoregionale. Cade oggi la maschera e riemerge prepotente la furbizia delle doppie verità del vecchio PCI. Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Cosa fanno gli attuali seguaci, molto confusi, nelle idee e nella pratica quotidiana, di quella che fu la gioiosa macchina da guerra di qualche decennio fa? Il PD regionale e ternano, portavoce quel Paparelli che prende in giro i lavoratori ed i proletari, con i suoi selfie da nababbo russo sullo yacht con lo sfondo dei grattacieli di Miami, nell’ impossibile tentativo di coniugare ideologia e propri interessi concretisti, prima firma le due mozioni allegate, votate all’unanimità dei presenti, che ho proposto insieme ai consiglieri di maggioranza a tutela di un giusto equilibrio della sanità regionale, pubblica innanzitutto ma senza demonizzare la privata, anche per l’Umbria del Sud, poi però salta dalla gioia quando la conferenza di servizi tecnica stoppa il progetto stadio/clinica di Terni. La verità scomoda emerge plasticamente dalla iniquità con cui la sinistra ha fin qui creato e finanziato abbondantemente cinque cliniche private, tutte e solo nella provincia di Perugia. Solo nel 2021 un flusso ricchissimo di 34 milioni è stato erogato a loro favore, mentre nei salotti buoni radical chic, sempre meno frequentati, si continua ad esaltare la sanità cubana ma si utilizza quella privatissima delle cliniche private. Quando poi la giunta Tesei, con la delibera di mercoledì, recupera il principio sacrosanto di una equità regionale vergognosamente fin qui tradita, il PCI/PD esce improvvisamente di brocca e spara a zero, udite, udite, contro le stesse due mozioni che aveva votato all’unanimità. La verità vera – scrive ancora Melasecche – è che il PD del duo Bori/Paparelli, al solito, predica bene e razzola male. In perfetta continuità con la Sanità che premiava le tessere per fare carriera e non il merito, quella che aveva trasformato gli ospedali in altrettante sezioni di partito, quella che ha fatto crescere cinque cliniche private nell’Umbria pingue del centro nord ma nessuna in quella operaia del Sud, oggi getta la maschera e dimostra il proprio fariseismo nervoso quanto intollerabile. Il PD non vuole che la Sanità umbra nelle sue strutture ternane torni ad attrarre e recuperi mobilità attiva perché è chiaro come il sole che fino a quando ricoveriamo i pazienti nei corridoi, gonfiamo le liste di attesa rimandando di anni una colonscopia, bloccando addirittura la possibilità di prenotarsi o spedendo anziani a cento km da casa propria per fare una radiografia, fino a quando lasciamo reparti fino a ieri di prestigio senza un primario per anni ed anni, non solo non attrarremo più da fuori regione pazienti che chiedono efficienza e professionalità ma saremo destinati ad una triste marginalità.
Ben venga quindi un giusto riequilibrio, ben venga la costruzione di strutture pubbliche modernissime anche al Sud, perché grida vendetta l’attuale sperequazione fra il tutto al centro nord e il nulla, quanto a strutture ospedaliere moderne, da Todi in giù, ben venga almeno una clinica privata complementare, soprattutto se non è finalizzata a rimpinguare il conto economico dei propri azionisti ma a sostenere uno stadio modernissimo, opera pubblica comunale, rivestito in acciaio inox prodotto dalle acciaierie di Terni, umbre fino a prova contraria anche quelle, non solo quando fa comodo per le statistiche. Ben venga uno sviluppo armonico di tutti i territori di questa Umbria dove dobbiamo recuperare quella solidarietà fino ad oggi solo di facciata, dove un’idea poderosa come l’utilizzo della legge sugli stadi, applicata per la prima volta qui da noi, crea valore e ricchezza coniugando intelligentemente rischio d’impresa ed interesse pubblico, in una strategia vincente già sperimentata a Terni dal sottoscritto con il project del PalaTerni. Basta con una supremazia un po’ rapace fra aree territoriali con vocazioni diverse ma che si debbono integrare a vicenda nel pieno rispetto reciproco ma con la vicendevole voglia di crescere insieme. L’Umbria – conclude Melasecche – è una regione piccola, ancora non facilmente raggiungibile ma con interessanti prospettive, con problemi che solo una politica lungimirante ed intelligente può mantenere su standard elevati. Vogliamo guardare avanti scommettendo sulla qualità, su obiettivi sfidanti, sulla collaborazione pubblico/privato oppure continuare sulla logica dei piccoli interessi corporativi ed il provincialismo delle piccole invidie di paese? Chi guarda indietro, contro la storia, ha già perso, chi governa con coraggio e visione fa la differenza.
Nel primo pomeriggio è arrivata la replica, altrettanto velenosa, di Fabio Paparelli