Il regista Guglielmo Ferro porta a teatro “Storia di una capinera” il primo romanzo di Giovanni Verga, con gli attori Enrico Guarneri, Nadia De Luca, Rosario Marco Amato, Verdiana Barbagallo, Federica Breci, Alessandra Falci, Elisa Franco, Loredana Marino e Liborio Natali.
Lo spettacolo sarà in scena al teatro Secci di Terni da giovedì 27 a domenica 30 marzo(da giovedì a sabato alle 20.45 e domenica alle 17).
La passionale narrazione della novizia Maria che il riadattamento di Micaela Miano ne ricodifica la struttura drammaturgica del romanzo per fare emergere il rigido impianto culturale e umano delle famiglie dell’epoca. Perché se Maria è vittima, non lo è dell’amore peccaminoso per Nino che fa vacillare la sua vocazione, ma lo è del vero peccatore ‘verghiano’ che è il padre Giuseppe Vizzini. Giuseppe che, rimasto vedovo, manda in convento a soli sette anni la primogenita, condannandola all’infelicità. Un uomo che per amore, paura e rispetto delle convenzioni causa a Maria la morte del corpo e dello spirito. È sul drammatico rapporto padre figlia, sui loro dubbi e tormenti che si mette in scena la storia della Capinera. La stanza del convento è il centro della scena, Maria non esce da quella prigione, e il padre Giuseppe ne è il carceriere. Entrambi dolorosamente vittime e carnefici. Ogni evento che deflagra nella mente di Maria, ogni personaggio altro che scardina il viaggio del noviziato di Maria, sono gli elementi drammaturgici per sviscerare il dramma interiore di un padre che finisce per uccidere la figlia. È il racconto di legami infelici, di dinamiche familiari per noi oggi impossibili da immaginare ma che Verga racconta con l’inesorabilità di una condanna.
Al Teatro Manini di Narni andrà in scena, giovedì 27 marzo alle ore 21, lo spettacolo “Sulla morte senza esagerare”, ideato e diretto da Riccardo Pippa, di e con Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza; le scene, le maschere e i costumi sono di Ilaria Ariemme.
Una produzione Teatro Franco Parenti e Teatro dei Gordi. Lo spettacolo è un omaggio alla poetessa polacca Wisława Szymborska e affronta il tema della morte in chiave ironica e divertente attraverso un uso non convenzionale di maschere contemporanee.
“Sulla soglia tra l’aldiquà e l’aldilà, dove le anime prendono definitivo congedo dai corpi, c’è la nostra Morte – spiega il regista – I vivi la temono, la fuggono, la negano, la cercano, la sfidano, la invocano. L’unica certezza è la morte, si dice. Ma quanti ritardi nel suo lavoro, quanti imprevisti, tentativi maldestri, colpi a vuoto e anime rispedite al mittente! E poi che ne sa la Morte, lei che è immortale, di cosa significhi morire? Realizzato per il Napoli Teatro Festival 2020 questo nuovo allestimento ha reso lo spettacolo più contemporaneo, che tiene inevitabilmente conto di quanto ci sta accadendo. Ritorniamo al lavoro di scena partendo da una ferita, dopo una quarantena che ha negato a chi se ne stava andando il conforto di una visita e a quelli che sono restati, la condivisione in presenza del lutto.”