Dibattito sempre acceso sul destino del Teatro Verdi.
Interviene Michele Rossi di Terni Civica per attribuire nome e cognome ai responsabii del “vincolo di interesse culturale”, del Teatro, attribuito dalla Commissione regionale per il patrimonio culturale dell’Umbria, del MIBACT.
“E’ l’assurdo della precedente giunta comunale”, dice Rossi sostenendo che fu la giunta Di Girolamo a chiederlo e ottenerlo. Ciò significa che il Teatro non potrà essere ricostruito ma restaurato. Altro che discussioni fra polettiani e modernisti.
“Il vincolo aggiunge Rossi – impone un adeguamento sismico per il quale l’investimento sarebbe di 13 milioni di euro”.
L’INTERVENTO DI MICHELE ROSSI
“Il vincolo totale sul cinema-teatro G.Verdì è l’ennesimo assurdo della precedente amministrazione. Nel 2015 è stato richiesto dall’allora giunta che oltretutto non si è degnata di comunicarlo alla città, nel frattempo impegnata nel dibattito in merito al rifacimento del Poletti. Una ricostruzione che, con quel vincolo saltato fuori ora, è impossibile realizzare. Mi domando per quale motivo è stato chiesto un provvedimento così restrittivo sapendo che questo avrebbe bloccato qualsiasi nuova idea progettuale, obbligando la città a tenersi il Verdi ricostruito, in un’ottica di cinema teatro, nel Dopoguerra.
Perché poi tenere nascosto questo provvedimento amministrativo, continuando invece ad alimentare il dibattito tra polettiani e modernisti. Ci hanno fatto discutere addirittura dividere in scuole di pensiero (tra i favorevoli e i contrari del rifacimento del Teatro originale del Poletti), spendere fiumi di parole sulle varie possibilità, ricordo anche una gara per il rifacimento della torre scenica (poi bloccata!), c’era pure chi tra gli amministratori passati aveva portato a Terni l’architetto Mario Botta e chi proponeva invece un concorso internazionale di idee progettuali, mentre le associazioni svolgevano convegni di approfondimento sul tema ed io facevo appello al premier Renzi per ottenere i fondi necessari .. per poi solo oggi scoprire (fulmine a ciel sereno!) che nel frattempo l’amministrazione in carica nel 2015 aveva sollecitato e poi in pochi mesi ottenuto un vincolo su tutto l’immobile che di fatto rendeva impossibile qualsiasi altra soluzione che non fosse il restauro dell’esistente! Condannando il Verdi ad essere monumento di se stesso, chiuso ed inutilizzabile.
Ad assurdo si somma altro assurdo. L’ex Assessore ai LLPP Sandro Corradi (PD) da esperto ingegnere strutturale quale è, ci dice, anche lui solo adesso (lo ha scoperto solo ora??? Il vincolo esisteva già da due anni quando lui era assessore) che tale vincolo imposto sotto la reggenza del suo predecessore Stefano Bucari(sempre PD) ci impone un adeguamento sismico che rispettando lo stesso richiederebbe una spesa di circa 13milioni€.
Chiarito quanto sopra ,visto che non siamo più in campagna elettorale, bisogna agire; arrivati a questo punto dell’ ”incartamento” occorre evincere bene i motivi per cui la Soprintendenza ha ritenuto meritevole la tutela sull’intero immobile. Sulla base di questo occorre concordare, secondo il principio, costituzionale, di leale collaborazione tra Enti, un progetto. Rimane grave che tutto questo non sia stato fatto prima e che della reale situazione si abbia contezza solo oggi. Ora alla nuova amministrazione comunale anche il gravoso compito di convincere la Soprintendenza a rivedere il vincolo, limitandolo alle parti veramente di pregio dell’edificio, quelle risparmiate dai devastanti bombardamenti, come il pronao. E’ questo il primo passo per consentire una progettazione di qualità, per dare a Terni il suo teatro, nella forma, nella funzionalità, nella bellezza che si merita una grande città. L’ennesima battaglia che porteremo avanti”.