nella foto di Stefano Principi, Felipe Avenatti, il giocatore più pericoloso nel match perso con il Latina al Liberati ( foto tratta da www.ternanacalcio.com )
Fa male guardare la classifica con la Ternana desolatamente in fondo e con una frattura che si è fatta preoccupante. Si, perchè le altre squadre che la precedono, oltre ad avere punti in più in classifica, sembrano aver trovato la quadratura giusta, gli equilibri giusti per continuare una strada fatta di continuità di risultati e di prestazioni convincenti che la Ternana non ha ancora trovato.
Ed, anzi, a giudicare da quello che si è visto ieri è ancora lontana dal trovarla.
E’ così per il Trapani che alla fine di andata, quindi prima dell’inizio della campagna acquisti, aveva 7 punti in meno della Ternana ed ora ne ha 2 in più, per l’Avellino che ne aveva 1 solo in più ed ora ne ha 14 in più e lo stesso discorso per il Pisa, appena 1 punto sopra ed ora è a più 10, per il Cesena, a più 1 allora ed ora a più 7. Ma non è tutto perchè il Latina che aveva 3 punti in più ora ha ampliato il proprio vantaggio a 6 e la stessa Salernitana che da 4 punti di vantaggio sui rossoverdi si è portata a + 9.
Insomma, la Ternana è desolatamente ultima in classifica con tutti i suoi problemi irrisolti nonostante la campagna acquisti “ grandi firme “ e la sostituzione del tecnico.
E per di più con un ambiente intorno che ha perso quasi del tutto le speranze di potercela fare e ormai lontana dal minimo attaccamento per la squadra che ha deluso i tifosi.
Situazione, quindi, complicata e solo un miracolo sportivo potrebbe invertire una tendenza che è diventata ormai pericolosissima.
Le stesse parole del direttore sportivo che taccia la squadra di non essere tale la dice lunga sullo stato d’animo e, oseremmo dire, sullo spirito di rassegnazione che regna nell’ambiente.
Non è giusto, però, a 15 giornate dal termine del campionato sentirsi già condannati: una sensazione che può avere lo sportivo, il tifoso, ma non la squadra, non il tecnico, non il direttore sportivo e tutto l’entourage rossoverde.
Serve reagire con tutto l’orgoglio che vogliamo credere i giocatori abbiano, magari rinsaldando il vincolo di compattezza nel gruppo, facendo un tutt’uno tra giovani e meno giovani, tra chi ha campionati importanti alle spalle e chi, invece, si trova a lottare per la prima volta in mezzo alle difficoltà esistenti.
Mai rassegnarsi, mai darsi per vinti fin quando la matematica non condanna la squadra e quei colori che meritano rispetto. Qualsiasi sia la posizione in classifica quei colori vanno onorati con prestazioni al limite delle proprie forze e delle proprie energie.
Insomma, occorre cambiare marcia, atteggiamento, spirito e modo di affrontare gli avversari.
Ed anche il tecnico deve fare la sua parte e cercare di correggere in corsa quegli errori che eventualmente sono stati fatti nell’allestire le formazioni. Sull’impegno e sulla qualità del lavoro del tecnico e del suo staff durante la settimana, per quello che è dato di vedere, non possono essere avanzati dei dubbi ma su alcune scelte si, magari è errata la nostra lettura, anche se fatte in buona fede.
La prima considerazione che gettiamo nella discussione è che forse Gautieri si debba render conto che questa è una squadra formata da elementi che non si sposano con il suo modo di giocare e, quindi, magari facendosi violenza, dovrebbe adattarlo alle caratteristiche dei giocatori. Visto, poi, che gli innesti finora operati con i nuovi, anzi il loro utilizzo anticipato ha portato ad infortuni più o meno seri, vedi Rosssi, Monachello, Diakitè, Acquafresca, non ha prodotto significativi miglioramenti sull’espressione della squadra e sul conseguimento dei risultati è forse opportuno aspettare la loro crescita senza rischiarli di perderli per altre settimane. Del resto anche Gautieri nelle interviste ha parlato di giocatori al 50-60% della loro efficienza fisica. E’ anche vero, però, che di tempo ne è rimasto davvero poco!
Fare delle scelte definitive, dare delle certezze, è, in questo momento, una delle cose da fare e, quindi, soprattutto in avanti è bene che Gautieri decida con chi giocare e a chi dare fiducia. Il continuo tourbillon non facilita il suo compito, ma è chiaro che anche i giocatori debbano dargli una mano. Avenatti, ad esempio, è uno di quelli che può aiutarlo, ma l’uruguagio deve dimostrare con un atteggiamento congruo, quello di ieri ad esempio ci è piaciuto, di meritarlo e di voler contribuire alla risoluzione di tante problematiche. Lui e tanti altri in rosa devono capire che un campionato di B richiede sì la tecnica, ma la stessa non conta, non produce risultati se non ci si accoppia grinta, carattere, corsa ed agonismo. Con la tecniche e senza quelle doti sopra elencate si va incontro solo a figuracce in un campionato come quello di B.
E se possiamo avanzare un consiglio al tecnico rossoverde, lo facciamo con tutto il rispetto per il suo lavoro e per la sua professionalità, lo consiglieremmo di tornare ad avere considerazione di giocatori che all’andata hanno rappresentato il dinamismo, l’anima della squadra, come Di Noia e Petriccione che raramente hanno sbagliato partita.
Non è un processo al tecnico rossoverde perchè sappiamo tutti quali siano stati gli errori commessi dall’inizio della stagione ad oggi, anzi è nostra intenzione incoraggiarlo, pur con le critiche sopra esposte, perchè, non conoscendo quali siano le intenzioni della società, ci sembra la cosa più saggia da fare, oggi.
Raccogliersi intorno alla squadra durante la partita, questo è stato anche il grido di aiuto di Gautieri nelle interviste del dopo partita, giocandosi insieme tutte le residue possibilità per il conseguimento della salvezza è uno dei tentativi da fare. Retrocedere rappresenterebbe un’onta per i gloriosi colori rossoverdi che rappresentano Terni ed i ternani.
Nelle prime due foto, gli striscione di contestazione al Liberati
Nella foto di coda, i Distinti B con i bambini delle scuole calcio