“1943-1945 La guerra civile in Italia. Alla ricerca della verità” è il titolo della conferenza organizzata dall’Associazione “Il Punto” all’Archivio di Stato di Terni.
A settantacinque anni dalla fine della II Guerra Mondiale l’iniziativa si propone di creare un’occasione di dibattito aperto e costruttivo su uno dei passaggi cruciali della nostra storia recente.
“L’incontro culturale, spiega la Direttrice dell’Archivio Cecilia Furiani, è una disamina di un periodo storico molto complesso, analizzato nel tempo sotto diverse angolazioni. L’Archivio di Stato, quale organo conservatore della memoria storica, è aperto a tutti gli approfondimenti sui vari momenti della storia locale, territoriale e nazionale, in quanto detentore delle fonti documentarie, sedimentate nel tempo dalle istituzioni che hanno operato sul territorio. La conferenza ovviamente non ha potuto toccare ed analizzare i molteplici aspetti di un periodo così difficile e contorto, ma si è articolata su quattro punti tematici.”
“Il Clero e la RSI – Il caso Don Tullio Calcagno” è il tema trattato da Sergio Bellezza.
“Don Tullio Calcagno è un prete ternano che prende posizione, soprattutto dopo l’8 settembre, mettendo in piedi il settimanale “Crociata Italica“ con cui chiede in pratica la costituzione di una chiesa nazionale con primate italiano distinto dal Papa. Naturalmente fu arrestato dai Partigiani, processato e fucilato a Milano. Va apprezzata la sua coerenza, il suo spirito e le sue convinzioni che possono essere condivise o meno, ma vanno comunque rispettate.”
La nascita di Tullio Calcagno è registrata nello Stato Civile del Tribunale di Terni, conservato in Archivio.
De “L’esercito regolare italiano e la liberazione della penisola. Le vicende del gruppo combattente Cremona” ha parlato Fulvio Pellegrini.
“Uno dei gruppi di combattimento che furono messi in campo dall’esercito italiano fu la Divisione Cremona. Il percorso storico dalla messa al fronte fronte nel ‘45 fino alla fine delle ostilità vede protagonista la Brigata Cremona o Gruppo di Combattimento Cremona del fronte decisivo a quell’epoca, la Linea Gotica, l’estrema difesa tedesca al nord Italia. Proprio di fronte a questa poderosa linea di difesa i volontari ternani, circa 300, diedero prova del loro valore conquistando sul campo riconoscimenti al valor militare e lasciando anche una serie di caduti nostri concittadini. Liberarono l’Italia, insieme agli alleati e agli altri combattenti italiani, fino al nord e fino a Venezia.”
Di “Stampa e Propaganda nelle RSI” si è occupato Riccardo Cecchelin.
“La propaganda che parte dalla Repubblica Sociale per passare attraverso la guerra dell’ex Jugoslavia, che io ho seguito come inviato del Giorno, fino ad arrivare alla propaganda attuale, quella della guerra dell’Ucraina. Tutto si ripete, cambiando i tempi, cambiano i modi e cambiando le persone, ma tutto si ripete in una maniera perfetta quasi un orologio. La propaganda c’era nel ‘43-‘45, c’era nei primi anni ‘90 nella ex Jugoslavia e c’è adesso nella Russia di Putin e anche l’Ucraina ha la sua propaganda. Ovviamente non bisogna mai dimenticare che chi ha aggredito è la Russia, non è l’Ucraina. Poi possiamo fare centomila discorsi.”
“La strategia del mondo economico e finanziario di fronte alla Socializzazione” è stato, infine, l’argomento affrontato da Domenico Cialfi.
“Io sono stato chiamato in questa conferenza per una vocazione sostanzialmente di andare oltre forme celebrative della resistenza e cercare di indagare un po’ più in profondo le questioni di natura storica. Diciamo che noi in Umbria non abbiamo brillato per studi sul fascismo, su tutto il periodo, cerchiamo con i nostri mezzi di capire un po’ più dall’interno le forze che si agitarono nella Repubblica Sociale Mussoliniana. Vengono fuori delle cose interessanti che non sono state mai indagate, per esempio il ruolo degli industriali del nord, di come cercarono di preservare il loro potere che comunque avevano abbondantemente utilizzato con il fascismo e come cercarono di uscire da quella impasse appunto della Repubblica Sociale e della ‘socializzazione mussoliniana’ che non ebbe poi la possibilità di affermarsi anche proprio per l’incidenza forte dei gruppi di finanzieri, gli industriali del nord, soprattutto lombardi perché l’Italia purtroppo in quel periodo era diventata terra di eserciti vari, quasi non ci fosse stato il Risorgimento. Per venir fuori da quella situazione ci vollero molti molti sforzi e molta generosità, che tutti cercarono di dare salvaguardando anche i legittimi interessi che non erano sempre uguali, non erano coincidenti e in questo sta però anche l’interesse che gli studi storici possono riversare su questa dimensione. Gli industriali si batterono, qualcuno per propri interessi e molti però anche con grande partecipazione democratica, non semplicemente capitalistica”.