Un gruppo di amici della famiglia Secci ricorda il patrimonio di cultura e di memoria da coltivare, che questa straordinaria famiglia ha lasciato non solo a Terni, ad un anno dalla scomparsa di Lidia Secci.
“Sergio era un ragazzo normale, pieno di interessi e curiosità… la sua morte trasformò quel dolore in passione civile e vigilanza democratica: il tempo a molti fa comodo, ma noi siamo sempre qui a sorvegliare”.
Parole di Lidia Piccolini Secci, che se ne è andata già da un anno, il 24 marzo 2020, lasciando un vuoto incolmabile nella grande famiglia degli amici, nella città di Terni, nell’associazione dei familiari delle vittime, che continua a battersi per tenere viva la memoria e il lavoro di verità sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto del 1980, in cui morì, a 24 anni, suo figlio Sergio Secci. Di quell’associazione di familiari Lidia è stata per quarant’anni, dal giorno della morte di Sergio, animatrice e guida morale, insieme a suo marito Torquato che ne fu il primo presidente e il volto dignitoso, combattivo e determinato. Nella nostra memoria di amiche e amici, Lidia, Torquato, Sergio e anche il piccolo Sandro (l’altro figlio, morto bambino, di Lidia e Torquato, genitori che hanno dovuto piangere la morte di due figli), sono e restano una famiglia ternana esemplare, una patrimonio di cultura e di memoria da coltivare, perché quell’atroce violenza terroristica che sconvolse le loro vite, e un poco anche le nostre, non venga dimenticata, archiviata. Lidia e Torquato hanno fortemente voluto, in vita, che nel nome di Sergio (come testimonianza di quella “passione civile e vigilanza democratica”) fosse istituita una fondazione, una istituzione culturale cittadina finalizzata alla promozione dei giovani, del sapere, del merito. La guidano, come è noto, nelle loro funzioni pro-tempore, i massimi responsabili della Municipalità, della Fondazione Cassa di Risparmio e del Liceo Classico Gaio Cornelio Tacito, la scuola che Sergio Secci aveva frequentato. Lidia ne ha seguito infaticabilmente l’attività fino ai suoi ultimi giorni, indicando proprio nella Fondazione Sergio Secci lo strumento materiale e culturale per rendere perenne la memoria, per tenere viva “la passione civile e la vigilanza democratica”. La città di Terni, le sue istituzioni, le sue associazioni, noi tutti, abbiamo il dovere di non venire meno a questo impegno che Lidia Secci, con Torquato, ci ha trasmesso”.
Simonetta Bevilacqua, Luciano Crisostomi, Elisabetta David, Anna Maria Diamanti, Paolo Raffaelli, Loretta Vagnetti e tutte le amiche e gli amici di Lidia, di Torquato e di Sergio.