Una città “stanca”, “profondamente divisa”, “arroccata nella difesa dei propri orticelli, scarsamente propensa al dialogo e alla costruzione di una comunità”.
Il giudizio è sulla città di Terni alla vigilia di una importante competizione elettorale ed è di Stefano Lupi, il presidente della Confcommercio, la grande associazione di commercianti, piccoli e medi imprenditori.
“Dal nostro osservatorio – sottolinea il presidente Lupi – percepiamo una realtà difficile. Il settore del commercio, del turismo e delle professioni è quello che ha pagato più duramente l’emergenza sanitaria. Poi sono aumentati in termini esponenziali i costi delle bollette, questo ha fatto sì che ci fosse un acuirsi profondo delle difficoltà dei nostri operatori che , peraltro, soffrono anche una carenza di scelte decisionali a livello amministrativo e a livello nazionale che penalizzano il nostro settore”.
“Quando parliamo di crisi del commercio – aggiunge Lupi – dobbiamo interpretarla come un termometro con il quale misurare la situazione economica della città. I negozi che chiudono, un centro poco appetibile o quartieri e periferie in difficoltà sono il termometro della mancanza di una attività primaria , quella che genera capacità di spesa e reddito nella popolazione. Per cui è ovvio che dobbiamo difendere le nostre attività ma ci dobbiamo chiedere , in un’idea più generale della visione della città, quello che vorremmo che questa città fosse. Questa città ha perso la propria identità, la voglia di essere protagonista , non a caso tra le questioni che abbiamo posto all’amministrazione uscente e che porremo alla nuova è quella di una conferenza generale di programma affinché le questioni economiche, di crescita, le questioni culturali, le questioni infrastrutturali del nostro territorio siano patrimonio di un’area molto più vasta che va oltre i confini amministrativi del municipio di Terni. Appunto, una visione”.
Si pone il problema dell’impoverimento delle famiglie e anche dello spopolamento della città. “Pensiamo che dobbiamo essere una città di anziani? – si domanda Lupi – benissimo, qualcuno abbia il coraggio di dirci che vorrebbe una città di 70/80 mila abitanti, una mega RSA . Noi non la pensiamo così, vorremmo una città giovane, una città smart, una città veloce, una città che dia una opportunità ai nostri giovani, poi, se uno vuole lasciare la propria città deve essere una scelta non deve essere un bisogno”.
Sulle difficoltà che attraversa anche il comparto industriale, il presidente di Confcommercio ha affermato: “Dobbiamo avere il coraggio di difendere e di implementare con la ricerca e l’innovazione il nostro tessuto industriale perché questa è la nostra vocazione e parallelamente sviluppare nuovi driver di riferimento che passano attraverso il turismo, l’agro-alimentare, la valorizzazione del territorio, le due cose non sono disgiunte, vanno, con capacità, coniugate nel mantenimento e nel miglioramento dell’esistente e nella promozione di nuovi filoni di sviluppo economico. Abbiamo la necessità – aggiunge ancora Lupi – di interloquire con le multinazionali che operano sul territorio affinché poi non si subiscano scelte fatte altrove. E’ ovvio che noi dobbiamo dare una interlocuzione seria, capace, competente e professionalmente adeguata agli interlocutori che abbiamo”. Insomma, tradotto facile, la classe dirigente dovrebbe mostrarsi all’altezza del confronto. Da qui l’importanza dell’appuntamento elettorale attraverso il quale si rinnoverà il ceto politico.
E la comunity di Confcommercio denominata “Trein”, anagramma della città di Terni, “composta da giovani imprenditori, fra i 30 e i 40 anni, giovani che non si arrendono, che investono su stessi e sulle proprie capacità” , ha posto delle domande a tutti i candidati sindaco sulla loro visione di città , sulle questioni che attengono il commercio, il turismo , la produzione, la formazione, l’università. Le interviste saranno rilanciate nei prossimi giorni sui canali social dell’associazione.
Quanto al giudizio sulla giunta Latini di questi 5 anni il presidente di Confcommercio ha affermato: “Va dato merito a Latini di essersi accollato un problema difficile e lui ha fatto del suo meglio. Quello che si chiede però non è solo garantire la gestione ordinaria ma serve una visione straordinaria di città , quindi apprezzabile l’impegno ma serviva di più. Vorremmo avere una prospettiva affinché si possa tornare a sorridere in una città che è sempre più grigia e senza identità”.