Il nuovo anno scolastico non è iniziato nel migliore dei modi nei plessi scolastici Aldo Moro e Cesare Battisti di Terni. I genitori degli alunni sono sul piede di guerra per quella che definiscono insostenibile situazione che si trovano ad affrontare. Per fare il punto hanno organizzato un incontro nei giardini pubblici di via Pascarella, adiacenti la direzione didattica Aldo Moro, invitando anche la dirigente scolastica Maria Principato che però non ha aderito.
Le famiglie denunciano “un inadeguato ‘Layout organizzativo degli spazi’ messo in atto dalla dirigente scolastica, previsto dal Comitato Tecnico Scientifico per la riapertura delle scuole. Nei due plessi non sono state rispettate le indicazioni del Comitato che prevedono un distanziamento con rima boccale 100 cm, bensì 150 cm. lasciando addirittura tra ogni fila di banchi 80 cm. di corridoio. Il CTS non prevede assolutamente questo distanziamento “esagerato”, spiegano, ma va in deroga sui passaggi centrali con la modalità di “non passaggio” delle insegnanti tra i banchi, laddove non ce ne fosse lo spazio. Premesso che i due plessi hanno delle aule mediamente grandi e soprattutto non ben proporzionate rispetto agli alunni iscritti, pensare di aumentare la rima boccale a 150 cm con passaggi da 80cm lo riteniamo una scelta progettuale poco felice. La scelta dello smembramento delle classi inoltre, ha creato un ulteriore bisogno di spazi, in quanto le classi-figlie sono ben 10 in più rispetto alle 27 già in essere nei due plessi, quindi un totale di 37 classi.”
Secondo i genitori la logica dell’aggregazione tra classi porterebbe ad un aumento esponenziale del rischio di formazione di cluster mettendo a rischio l’intera collettività.
“Facendo riferimento all’attuale problematica legata ai nuovi contagi, affermano, si rileva un maggior rischio legato ai soggetti asintomatici che possono presentare carica virale fino a 4-5 giorni prima dell’inizio dei sintomi. Questo porterebbe un ulteriore problema in caso di un soggetto positivo Covid, con conseguente messa in quarantena di ben 3 sezioni di bambini unitamente alle famiglie e agli insegnanti.
In pratica è facilmente ipotizzabile una chiusura della scuola in tempi molto brevi.”
Lo smembramento delle classi ha poi portato ad un’ulteriore problematica legata all’organico insufficiente e all’orario ridotto degli alunni, praticamente un giorno in meno alla settimana.
“Questo, come del resto tutte le azioni intraprese dalla dirigente scolastica, avviene nel mancato rispetto del patto formativo scuola-famiglia e del Regolamento di Istituto, spiegano, che recita “viene comunque garantita l’attività scolastica per non meno di 200 giorni e per un totale di ore non inferiore a 891 ore + 99 facoltative come previsto dalla L.n.53/2003”. L’orario predisposto dalla dirigente porterebbe ad un calcolo totale di 847 ore anziché 1.026 e alla domanda come potremo recuperare le ore perse, ha già risposto che non ha previsto recuperi. Alle famiglie non è stato mai resa nota alcuna comunicazione relativa alla modifica del calendario scolastico. Abbiamo inoltre richiesto copia delle delibere degli Organi Collegiali e copie dei verbali dei Consigli di Istituto in quanto non pubblicati online sul sito della Direzione didattica A.Moro. A riguardo siamo in attesa di ricevere risposta.”
C’è poi la penalizzazione didattica.
“I bambini sono costretti ad andare nella “classe-figlia” con altre maestre, sono costretti ad adeguarsi ad un metodo didattico nuovo rispetto alle loro maestre di appartenenza. Nei primi 3 giorni di scuola già abbiamo riscontrato una grande diversità di metodi adottati dalle singole insegnanti e programmi non allo stesso livello, soprattutto in virtù dei mesi di DAD da cui gli alunni e gli insegnanti provengono che non ha permesso a tutti di essere allo stesso livello del programma didattico. Ad oggi, ogni mattina nelle classi-figlie ruotano gli insegnanti delle classi 5° sulle classi 2° o viceversa, dalla Battisti e all’Aldo Moro e viceversa, penalizzando ovviamente il programma didattico che non risulta essere quello delle classi di origine. In pratica una settimana al mese i bambini rischiano di essere parcheggiati nelle cosiddette classi-figlie. Questo è a discapito dell’istruzione, sapendo benissimo che le scuole elementari sono il fondamento di quello che sarà l’uomo nel mondo lavorativo. Cerchiamo di non rovinare i bambini in partenza, cerchiamo di dargli una struttura, una formazione e non spaventiamoli. Si trovano costretti ad andare in quarantena in un sottoscala, chiusi in una stanza con la mascherina, con i giacconi, con gli zaini semplicemente per un mal di pancia. Oltretutto soli, perché le maestre non possono esserci, in quanto l’organico è sottodimensionato, in attesa che i genitori li vadano a prendere. Questa settimana se ne sono verificati già tanti di questi casi.”