Sarà visitabile fino al 31 luglio, “Sergio Coppi fotografo ambulante”, la mostra fotografica diffusa del fotografo ternano Sergio Coppi, a dieci anni dalla sua scomparsa, allestita in tre diverse sedi dislocate nel territorio cittadino e nella frazione montana di Cesi: la chiesa di Sant’Angelo di Cesi, la sala Apollo e Dafne di palazzo Carrara di Terni e nella chiostrina della biblioteca comunale di Terni.
L’esposizione propone, nella ricorrenza dei dieci anni dalla scomparsa dell’autore, un’accurata selezione di fotografie realizzate da Sergio Coppi in vari momenti della sua lunga attività, che lo ha portato a guardare e interpretare il mondo attraverso un obiettivo, non per scelta professionale, ma per esigenza esistenziale.
Le sue, infatti, non sono mai state foto di reportage, ma si configurano come brani di un vissuto intensamente partecipato e condiviso.
In una brevissima presentazione, con la sua consueta icastica immediatezza, Coppi ha scritto: “Non c’è confine tra la mia vita e il mio lavoro. Faccio foto quasi da mezzo secolo, uso indistintamente analogico e digitale, non sono un purista della fotografia, amo la contaminazione e la sperimentazione. Credo che una foto debba sempre dire di più di quello che mostra e per questo non amo le foto di fiori e di tramonti, li trovo esercizi di stile del tutto inutili, a parte qualche rara eccezione, narcisismi per chi li fa, stucchevoli per chi li guarda!”
L’interesse di Sergio Coppi era rivolto soprattutto alla gente, alle situazioni sociali, agli eventi della collettività. Le sue fotografie raccontano storie personali e collettive che iniziano non con il consueto “C’era una volta…” ma con un incisivo “C’ero anch’io!”.
Lo stretto legame tra l’esperienza di Coppi come fotografo e la vita sociale, politica, culturale, della città di Terni, che l’autore ha raccontato per decenni utilizzando l’obiettivo della sua macchina fotografica, trova la sua attestazione in cinque scatti significativi, che richiamano simbolicamente momenti rilevanti della storia cittadina novecentesca: il presidente Sandro Pertini che indossa il casco protettivo tra i lavoratori dell’Acciaieria di Terni; Papa Giovanni Paolo II inginocchiato davanti all’altare del duomo; la foto che ritrae Enrico Berlinguer di spalle, dinnanzi alla folla radunata in piazza del Popolo; un concerto di Umbria Jazz a Villa Lago; il montaggio della Lancia di Luce di Arnaldo Pomodoro.
La mostra, curata da Francesco Maria Giuli, Francesco Santaniello e Fabio Coppi, si inserisce nell’ambito del progetto “PAZ /// Esperienza Cesi. La Comunità tra pensiero e azione”, una delle azioni messe in campo grazie al Patto di Collaborazione tra il Comune di Terni e l’azienda ADD Comunicazione ed eventi di Tender soc. coop arl., ricomprese nel più ampio progetto “Cesi 2026 – Cesi porta dell’Umbria, porta delle meraviglie: open doors for outdoor”, unico progetto in Umbria, tra i 21 italiani, finanziato dal Ministero della Culturaattraverso il Pnrr – M1C3 – Intervento 2.1 – Attrattività dei borghi storici, che ha come obiettivo essenziale il recupero e la valorizzazione del patrimonio di valori storici, artistici, archeologici e antropologici del borgo di Cesi.