La caporetto del centrosinistra. Per la seconda volta consecutiva il suo candidato sindaco non arriva nemmeno al ballottaggio. Era successo nel 2018 con Paolo Angeletti e la cosa si è ripetuta con Josè Maria Kenny ieri. E’ un dato di fatto grave che non può non generare un’autentica autocritica non tanto nel candidato sindaco , il prof. Josè Maria Kenny che si è speso generosamente e tanto, quanto nel suo principale sostenitore, il Partito Democratico. Nel 2014 quando fu rieletto Leopoldo Di Girolamo il Partito Democratico prese il 30% con 17.477 voti. Oggi quei voti li ha più che dimezzati, ne ha presi quasi un terzo. Nonostante catalizzatori come Francesco Filipponi e Maria Grazia Proietti. Non gli ha giovato nemmeno stare all’opposizione. La obiettiva debolezza del partito non ha spinto la sua classe dirigente nemmeno a cercare un accordo con l’altra opposizione con la quale ha collaborato durante l’intera consiliatura, il Movimento 5 Stelle. E’ vero che in politica 2+2 non fa mai 4 ma è altrettanto vero che insieme le forze progressiste avrebbero avuto molte più possibilità di arrivare almeno al ballottaggio anche in presenza dell’exploit di Stefano Bandecchi. Avversario che è stato erroneamente sottovalutato. Che è andato casa per casa, come faceva il vecchio PCI. A Terni, città rossa, appunto fino a 9 anni fa, non fino a 30 anni fa , città guidata per decenni si assisterà dunque al ballottaggio fra il centrodestra e una Lista Civica di Centro. La sinistra si è chiamata fuori da sola. E’ più facile vincere a Udine, Brescia e, addirittura Verona, che non qui. Qualcuno pensa di avere delle responsabilità?
Sale sulla ferita lo ha sparso Alessandro Gentiletti, ex consigliere comunale di Senso Civico. Ha scritto Gentiletti: “Sarebbe scontato se dicessi che io lo avevo detto, anche perché lo ricordano tutti. Il lavoro che è stato fatto in questi ultimi cinque anni per unire le opposizioni e rilanciare la sinistra è stato un grande lavoro e questo risultato, assolutamente prevedibile da tempo, dilapida un grande patrimonio. Leggere accuse reciproche o comunicati di circostanza da parte di tutti coloro che hanno portato a questo, respingendo ogni appello, conferma la drammaticità della situazione. Capisco che per alcuni può essere una vittoria soddisfacente l’essersi assicurati almeno un seggio in Consiglio comunale, ma chiedere scusa, prima alla città e poi agli elettori di sinistra, sarebbe già un primo passo. Ci serve coraggio e se uno non lo ha non può certamente darselo. Se tutti ne avessero avuto, le cose sarebbero andate diversamente”.