Si sono dati appuntamento in piazza Europa a Terni, a ridosso del Comune, rispettando tutte le normative anticovid, per manifestare tutta la sofferenza, le difficoltà, le preoccupazioni accumulate in oltre un anno e mezzo. Imprenditori e lavoratori di bar, ristoranti, palestre e circoli culturali sono ormai allo stremo.
“Chiediamo al Comune che Tari, Imu e occupazione del suolo pubblico, siano stracciate. E vogliamo lavorare, dice il ristoratore Massimo Isola, ma non solo all’esterno perché molti locali non hanno questa possibilità. Vogliamo l’apertura totale.”
“Le associazioni di danza, musica, teatro sono molto in difficoltà – aggiunge Federica Tini Brunozzi imprenditrice del settore – perché queste riaperture che dovrebbero essere una libertà, in realtà sono molto più drastiche della situazione in cui ci trovavamo all’inizio. Io mi rifarei ai nostri diritti, i diritti non sono concessioni. Le regole non devono andare ad intaccare la dignità dell’uomo.”
“È stato un anno difficile per tutti, sottolinea il barista Claudio Natalini, ma ci sono stati figli e figliastri. Ci sono delle categorie che non hanno potuto lavorare o lo hanno fatto in maniera molto ridotta e cominciamo ad arrivare allo stremo, non ne possiamo più. Vogliamo il diritto a lavorare, è il primo articolo della Costituzione e lo chiediamo con questa manifestazione simbolica davanti al Comune perché ci potranno venire incontro su piccole cose che potranno aiutarci, ma non è certo questa la soluzione, la soluzione è riaprire e farci lavorare con le dovute precauzioni, le dovute norme. Noi vogliamo lavorare”.
‘Armati’ degli strumenti del mestiere – pentole, padelle, vassoi e quant’altro – i manifestanti hanno fatto sentire la loro voce aspettando di incontrare il sindaco Leonardo Latini.