Finisce sui tavoli dei procuratori di Terni e Perugia la vicenda dei pozzi inquinati di PFAS ( sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) nel ternano.
Questa mattina, infatti, il referente regionale di Europa Verde Gianfranco Mascia insieme al referente territoriale, Francesca Arca, si è recato presso i carabinieri forestali per depositare un esposto-denuncia sulla qualità dell’acqua che esce dai nostri rubinetti. Lo stesso esposto-denuncia è stato inviato alle procure di Terni e Perugia. “Anche alla procura di Perugia – precisa Gianfranco Mascia – perché la regione non ha fatto nulla in questi anni perché se io fossi stato l’assessore alla salute e avessi saputo che nel 2018 c’erano di trovare i PFAS nell’acqua avrei chiesto all’Arpa immediatamente di continuare le analisi, cosa che a noi non risulta”.
In effetti siamo fermi ai dati della stessa Arpa del 2018 come ha denunciato Italia Nostra.
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Nell’esposto-denuncia di Europa Verde si chiede “di disporre accertamenti valutando gli eventuali profili di illiceità penale e, nel caso, individuare i possibili soggetti responsabili”.
Si chiede inoltre “di individuare le fonti inquinanti , bloccare l’inquinamento e per impedire che si continui a somministrare alla popolazione acque contenenti PFAS e per verificare se sussistano le condizioni per ipotizzare i reati di disastro ambientale e per omissione di atti d’ufficio”.
I pozzi chimicamente contaminati sono quelli di Fontana di Polo, Cerasola e Argentello che servono, oltre il comune di Terni anche quelli di San Gemini, Amelia, Penna in Teverina, Giove, Attigliano, Alviano, Guardea e .Montecchio.
Pierluigi Rainone di Medicina Democratica Umbria ha chiesto “adeguati controlli e provvedimenti radicali sui pozzi oggetto di indagine”.
L’INTERVISTA A GIANFRANCO MASCIA E FRANCESCA ARCA