“Uno sciopero contro l’indifferenza, prima di tutto. È in atto un massacro, anzi un genocidio in Palestina , non si può girare il volto dall’altra parte soprattutto rispetto alle politiche di guerra, all’economia di guerra che questo, come i precedenti governi, sta imponendo ai lavoratori: tagli ai salari, tagli alle pensioni, in questo contesto si aumentano le spese militari e si aumenta la presenza militare dell’Italia all’estero, sia in Medio Oriente, sia nel Mar Rosso, sia con i finanziamenti che vengono concessi all’Ucraina per continuare la guerra”.
Lo ha detto Franco Coppoli (Cobas scuola) a margine dell’iniziativa di questa mattina, un sit in sotto la sede della Prefettura di Terni, organizzato dai Cobas.
Allo sciopero generale indetto da COBAS SCUOLA TERNI con il SICOBAS hanno aderito molti lavoratori della scuola, della sanità, dell’AST-ARVEDI che hanno incrociato le braccia in solidarietà con il popolo palestinese, per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza, lo stop dell’invio delle armi all’Ucraina, la fine delle politiche di guerra e delle spese militari per finanziare invece sanità, scuole e trasporti per tutti, pensioni dignitose e un salario garantito a precari e disoccupati.
“Invece del 2% del PIL per spese militari richiesto dalla NATO, noi COBAS chiediamo che tali fondi siano impiegati per spese sociali e servizi per la popolazione non per le pratiche di guerra e di morte ripudiate dalla nostra Costituzione.
Non è facile in questi tempi di crisi chiedere ai lavoratori di scioperare, ma di fronte al genocidio in corso a Gaza non potevamo rimanere indifferenti, così stamattina decine di lavoratori hanno partecipato al presidio organizzato sotto la Prefettura di Terni”.
Una delegazione di sei lavoratori, formata da Elisabetta Grimani referente provinciale dei Cobas scuola, Martina Canali e Franco Coppoli dei Cobas scuola, Azzeddine El Hariri e Valerio Tobia. del coordinamento ternano per la Palestina, Marina Mari dei Cobas di Orvieto ha avuto un incontro col Capo gabinetto del Prefetto di Terni, Luca Iervolino, “cui sono state esposte le ragioni della giornata di lotta e la richiesta di una presa di posizione del nostro paese per un immediato cessate il fuoco e il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza, il blocco immediato dei traffici di armi dirette ad Israele, la fine dell’occupazione coloniale delle terre palestinesi in Cisgiordania, il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina e la fine dell’economia di guerra”.
Una manifestazione nazionale per la Palestina si terrà domani 24 febbraio a Milano. Due pullman partiranno dall’Umbria.