La pandemia sta generando nuovi poveri.
Una nuova conferma viene dalla consulta ecclesiale degli organismi socio-assistenziali della diocesi, composta da associazioni e organismi che sono espressione dell’esercizio della carità verso malati, anziani, indigenti e persone sole (Banco Alimentare, Movimento per la Vita, Comunità di Sant’Egidio, San Vincenzo de’Paoli, Ordine Francescano Secolare, parrocchia Santa Maria del Rivo, associazione di volontariato San Martino, Acli, Unitalsi, Cappellania del Carcere di Terni, Cappellania Ospedale di Terni, Gioia di Vivere, Caritas Diocesana Terni Narni Amelia).
Nell’ultimo incontro della consulta si è fatto riferimento a un numero crescente di casi di povertà dovuti a mancanza e perdita di lavoro, al ritardo nelle elargizione di sussidi e cassa integrazione, alla crisi delle attività commerciali e artigianali, al problema abitativo e degli affitti e, soprattutto, alla mancanza di cibo.
A questo si aggiunge una altrettanto preoccupante crisi sociale, con l’aumento di persone che vivono sole e abbandonate, nuclei familiari in crisi, violenze domestiche, ludopatie, malattie fisiche e psichiche.
Preoccupante è il dato dei nuovi poveri nel 2020, ossia di persone che si sono rivolte per la prima volta alle strutture della Caritas, che sono state 371 (nel 2019 erano state 197). In maggior parte sono uomini stranieri relativamente giovani (nella fascia di età tra i 35 e 44 anni c’è stato il maggior incremento rispetto all’anno precedente). Si registra anche una crescita percentuale di italiani rispetto agli anni precedenti. Le richieste prevalenti hanno riguardato il supporto nel pagamento di bollette, affitti e aiuti alimentari.
Il solo Banco Alimentare h segnalato ben 6 mila poveri in più in Umbria, nel 2020.
E’ aumentata anche la consistenza delle richieste economiche, a cui si è cercato di far fronte insieme alle parrocchie ed alle varie associazioni, che spesso hanno fatto da intermediarie tra cittadini e Istituzioni.
E’ un quadro assolutamente allarmante e sconfortante. E siamo ancora dentro, in pieno, alla pandemia!