La Confartigianato boccia le modifiche che ieri sono state approvate in Consiglio Comunale all’Atto di programmazione commerciale.
“La variazione proposta dall’assessore Renzi e approvata dalla maggioranza consiliare – si legge in una nota della Confartigianato – ha aumentato le deroghe per le metrature commerciali autorizzabili nelle aree critiche.
Riteniamo che l’atto di programmazione del Comune di Terni nella sua versione originaria fosse già insufficiente per quanto riguarda la finalità pubblica di riequilibrio delle reali opportunità di svolgere attività commerciali nel centro di Terni a causa di una configurazione commerciale della città nella quale le metrature commerciali sono già oggi in eccesso e i centri commerciali sono stati posti nella stretta vicinanza del centro città, determinando importanti concause di desertificazione commerciale nelle aree interessate.
L’impostazione politica che appare soprattutto dall’intervento in consiglio dell’assessore allo sviluppo economico Sergio Cardinali che ha motivato l’introduzione delle deroghe con la necessità di recuperare aree degradate al centro e in periferia, non è condivisibile perché tradisce la solita logica che ha determinato la desertificazione commerciale a Terni per la quale le aree degradate devono essere recuperate solo ed esclusivamente con le metrature commerciali, che ha portato all’attale situazione di estrema difficoltà del centro città. Diverso e condivisibile invece è affermare che si vuole in futuro sostenere il centro riportando nella sede naturale le attività universitarie.
La crisi economica particolarmente grave del centro città però impone che prima si proceda e si ottengano risultati di rilancio del centro e poi semmai si prendano in esame le deroghe estensive. Fare l’inverso – conclude Confartigianato – fa correre il rischio di aggravare la crisi del centro città”.
Il documento sul commercio è stato approvato ieri dal consiglio comunale con 18 voti a favore, 11 contrari e 2 astenuti.
Per quanto concerne l’aggiornamento del DPAC (documento di programmazione delle attività commerciali) , la giunta comunale ha individuato le linee di indirizzo, poi sottoposte al tavolo di concertazione per la conseguente acquisizione delle osservazioni.
I punti principali possono essere così elencati:
– inclusione della casistica delle aree libere dismesse quale criterio per l’applicazione delle esclusioni per interventi di rigenerazione urbana;
– revisione dell’art.7 del documento di programmazione recante la “norma di salvaguardia di piani o progetti approvati o procedimenti avviati”, contemplando anche le casistiche di interventi di recupero urbano delle aree periferiche, la riqualificazione e l’integrazione dell’insediamento commerciale in zone industriali, artigianali e commerciali;
– chiarimento sul perimetro di applicabilità delle norme sul commercio, ivi compresa la programmazione, relativamente alle farmacie che non vendono esclusivamente prodotti farmaceutici, specialità medicinali, dispositivi medici e presidi medico-chirurgici;
– chiarimento sul perimetro di applicabilità dell’attività di commercio all’ingrosso;
– verifiche sulla applicabilità e coerenza tra norme edilizie urbanistiche e commerciale sulla base degli esiti dell’applicazione del documento ad oggi acquisiti;
– esplicitazione dei casi di esclusione per la commercializzazione di prodotti in attuazione alla normativa di settore;
– verifiche sulla applicabilità nei casi di trasferimento delle attività commerciali regolarmente autorizzate dai titoli abilitativi e in esercizio alla data di adozione del DPAC nel rispetto dei limiti qualitativi e quantitativi.
Il documento presentato e approvato ieri – si legge in una nota della giunta comunale – è frutto, dunque, dell’esito di una serie di incontri del tavolo di concertazione, dove sono state discusse e approfondite le tematiche di indirizzo della giunta comunale. Al tavolo hanno partecipato le associazioni di categoria e sono state ascoltate le richieste e le proposte avanzate.
Per redigere il nuovo DPAC sono state anche esaminate le novità del quadro normativo regionale in materia di commercio, intervenute in data successiva alla adozione del precedente Documento. Queste indicazioni tendono a rafforzare i motivi imperativi di interesse generale e a declinarli in criteri localizzativi e limitativi di talune tipologie commerciali che il Comune può utilizzare nel proprio documento di programmazione commerciale ove ricorrano esigenze ambientali, paesaggistiche, di viabilità, di congestione (ovvero insufficienza) di servizi al cittadino, pur nel rispetto del principio della libera concorrenza. Nel documento ci sono novità nell’ambito delle norme di attuazione per valorizzare e promuovere azioni migliorative ambientali e infrastrutturali in taluni interventi di nuovi insediamenti commerciali in determinate aree.