Diventa oggetto di polemica a distanza ciò che è accaduto il 15 maggio a Terni al Superconti di corso Tacito.
A ciò che ha asserito ieri il procuratore generale Sottani e cioè che la magistratura non ha liberato nessuno immediatamente per il semplice fatto che la polizia locale non ha arrestato nessuno ma ha soltanto denunciato a piede libero l’autore di un tentato furto, replica il sindaco di Terni Stefano Bandecchi il quale sostiene che alla Polizia Locale è stato “consigliato” (non certo da lui) di non arrestare il soggetto in questione.
“Non mi interessa fare polemiche, mi interessa dire la verità, mi interessa soprattutto che i meccanismi dello Stato e della giustizia che non consentono di garantire la sicurezza dei cittadini siano quanto prima rimossi.
Quanto accaduto a Terni, con un soggetto che ha rubato e minacciato con un coltello all’interno di un supermercato e che dopo poche ore era di nuovo a spasso per la città a fare le identiche cose, è un fatto gravissimo”.
È l’incipit dell’intervento di Stefano Bandecchi, in evidente replica a quanto dichiarato ieri dal procuratore generale Sergio Sottani sull’episodio di cronaca che si è verificato qualche giorno fa al Superconti di corso Tacito.
Terni. Episodio Superconti. Le precisazioni del procuratore generale Sergio Sottani. “Non c’è stata nessuna liberazione immediata”
“Come sindaco – aggiunge Bandecchi – mi sono fatto interprete dello stupore e della rabbia della stragrande maggioranza della città che è stanca di questi soggetti e che teme che questi episodi possano finire nel sangue.
Come sindaco ho avvertito il dovere di chiedere a gran voce dove sia lo Stato, il soggetto istituzionale deputato a garantire la sicurezza a tutti noi.
Ebbene non accetto che un organo fondamentale dello Stato, la magistratura, nelle espressioni più alte di questa regione, punti il dito contro l’istituzione del Comune e contro il suo sindaco che si è fatto legittimamente portavoce della preoccupazione di una città.
Non sono abituato a nascondermi, né a tacere, anche quando si tratta di commentare prese di posizione che arrivano da figure che hanno grandissimo potere in mano, anzi che hanno il potere più importante, quello di togliere o meno la libertà ai cittadini.
Nella mattinata del 15 maggio una pattuglia della Polizia Locale, da noi potenziata, è intervenuta con coraggio e professionalità disarmando un male intenzionato che con un coltello stava minacciando il responsabile del supermercato e una guardia giurata.
Una volta bloccato sono stati effettuati, dal servizio pubblico della Asl, anche degli accertamenti sanitari in quanto il soggetto lamentava un problema fisico. Da questi è emersa la presenza di una contagiosa malattia infettiva che ne rendeva problematica la detenzione in carcere. Quantomeno per come sono mal organizzate le strutture detentive dello Stato italiano.
Alla Polizia Locale è stato consigliato – certamente non dal sindaco ma da figure ben più importanti dell’ordinamento giuridico – di non procedere all’arresto perché la situazione del soggetto fermato poteva creare gravi problemi all’interno del carcere di vocabolo Sabbione. A conferma delle mie parole il fatto che alle 18, quando il giovane straniero era di nuovo in circolazione e si è nuovamente recato al supermercato, le forze dell’ordine intervenute – questa volta non la polizia locale – non hanno di nuovo proceduto all’arresto.
Mi domando se non fosse stato il caso di procedere a una misura restrittiva, con l’isolamento e il piantonamento in ospedale.
Comprendo che dire la verità può essere pericoloso ma è un dovere. In maniera particolare quando serve a tutelare la città di Terni. Mi auguro che questa vicenda si concluda qui, mi auguro che lo Stato italiano, ad iniziare dalle sue diramazioni umbre, prenda tutti i provvedimenti perché un soggetto pericoloso per la comunità, al di là delle sue condizioni di salute, in futuro sia prontamente messo nelle condizioni di non nuocere”.