“La Casa delle Donne non può essere messa a bando”.
Lo dichiara il consigliere comunale Alessandro Gentiletti che aggiunge , “occorre assolutamente evitare lo smantellamento di tutti i presidi che garantiscono servizi alle donne e che sono eccellenze del nostro territorio. L’amministrazione comunale non può pensare di fare cassa con le associazioni che operano in città, tanto meno dopo il periodo di emergenza pandemica, dove sono state lasciate sole e senza sostegni economici di alcun genere. Questa amministrazione prosegue in una idea di città che non è più accettabile – afferma ancora il consigliere di Senso Civico – dove non solo non vengono favoriti i fenomeni aggregativi negli spazi pubblici ma si disincentiva e non si valorizzano quelle realtà che ormai da oltre un decennio operano sul nostro territorio, dando prima assistenza alle donne vittime di discriminazione e violenze, attraverso laboratori di alta specializzazione, rappresentando una comunità essenziale nel percorso della solidarietà di genere e che attuano il principio di sussidiarietà. L’amministrazione dovrebbe essere grata a queste realtà, sostenerle e non sempre andare a cercare di fare cassa. Soprattutto dovrebbe attenersi alle normative e alle facoltà che la legge le attribuisce ed in particolare alle linee guida del Ministero delle Politiche Sociali che attribuiscono discrezionalità politica all’amministrazione pubblica nell’affidamento ad un ente del terzo settore secondo le disposizioni speciali e non quelle di diritto comune (decreto ministeriale n. 72/2021).
Già nel recente passato – ribadisce Gentiletti – abbiamo sperimentato quanto sia stato sbagliato procedere ad un bando per l’affidamento della gestione del centro antiviolenza di Terni che ha prodotto l’unico risultato di escludere quella realtà che con esperienza e abnegazione da tempo se ne occupava. I servizi del terzo settore non possono essere improntati al profitto e al fare cassa da parte dell’ente pubblico, perseguono finalità riconosciute dalla nostra Costituzione e dai Trattati Internazionali. Le stesse linee guida del Ministero chiedono all’amministrazione di tutelare l’interesse pubblico attraverso la forma di affidamento più adeguata, senza nascondersi dietro inesistenti obblighi di legge che operano nel codice degli appalti. Sarebbe gravissimo se ad un anno dalla fine di questa esperienza amministrativa, la giunta comunale intendesse privare la città anche di uno degli ultimi presidi come la Casa Delle Donne e metterla al bando e alla lotteria. Sarebbe l’ultimo atto di uno smantellamento costante e studiato, mosso esclusivamente da furore ideologico, di cui ancora una volta pagherebbero il costo le donne. Invito per questo l’assessore Ceccotti a desistere da ogni iniziativa, ad aprire un tavolo pubblico alla luce del sole che coinvolga anche le forze politiche di opposizione e sociali del territorio. Chiedo per questo il coinvolgimento anche di tutti i parlamentari del nostro territorio.”