Con la sentenza n. 153/2023 del 25 ottobre la Sezione Lavoro della Corte di Appello di Perugia ha accolto il ricorso del professor Franco Coppoli patrocinato dai COBAS scuola, tramite l’avvocato Gabriella Caponi, e annullato, dichiarandole illegittime, tutte e cinque le sanzioni irrogate da Cinzia Fabrizi, dirigente scolastico dell’ITT Allievi Sangallo di Terni che tra il gennaio 2016 e il febbraio 2018 ha illegittimamente sospeso dal servizio e dallo stipendio il docente per un totale di sette giorni.
La Corte d’Appello di Perugia ha inoltre condannato il Ministero dell’Istruzione a rifondere al prof. Coppoli le spese di entrambi i gradi di giudizio, liquidate per compenso professionale, in 3 mila 700 euro quanto al primo grado e 3 mila 500 euro quanto al grado di appello”.
“Una sentenza che è una vittoria a tutto tondo per i diritti e la libertà di insegnamento di tutti i docenti – si legge in una nota die Covas scuola – ed è pesantissima per la controparte. Come sindacato Cobas della scuola stiamo valutando se segnalare la questione alla Corte
dei Conti per intervenire su chi, in maniera continuativa e seriale, si è comportato illegittimamente ed ha continuato a farlo anche dopo le prime importanti sentenze che sancivano la mancata competenza disciplinare dei dirigenti scolastici riguardo alle sanzioni di sospensione dei docenti.
In attesa delle motivazioni possiamo comunque affermare che questa sentenza rappresenta una vittoria importantissima per chi, in questi anni, ha lavorato e lottato per la scuola come bene comune, come comunità educante e non come azienda gestita con il metodo del
bastone e della carota dai cosiddetti ‘presidi sceriffi’. Alcuni dirigenti hanno utilizzato strumentalmente il loro incarico – scrive ancora il sindacato COBAS – per sanzionare a raffica chi rappresentava un’altra idea e un’altra pratica di scuola, quella della Costituzione, mentre non avevano alcuna competenza disciplinare ed erano loro che violavano la legge.
I docenti che hanno subito sanzioni e intimidazioni direttamente dai dirigenti devono sapere che erano tutte assolutamente illegittime, frutto di un rapporto di potere intossicato da dinamiche che non dovrebbero appartenere al mondo della scuola”.