Il ricordo del giudice Alfredo Rainone di Claudio Troiani, commercialista, ex assessore al bilancio della giunta Ciaurro, deceduto il 24 giugno scorso all’età di 81 anni.
I funerali si sono svolti domenica 26 giugno nella chiesa di San Cristoforo.
DI ALFREDO RAINONE
Per il mio servizio svolto al Tribunale di Terni, per ben 32 anni a decorrere dal settembre 1979, ho avuto il privilegio di entrare subito in rapporti professionali e umani con il commercialista dr. Claudio Troiani.
Con il mio sesto senso (che modestamente mi riconosco) , subito intuii e compresi che avevo a che fare, professionalmente, con una persona preparatissima (soprattutto in campo tributario), seria, corretta, dotata di onestà “adamantina”, con grandissimo rispetto per i magistrati che frequentava ma anche per gli avversari che incrociava nello svolgimento della propria attività professionale.
Addirittura – mi raccontò – tanti anni fa , quando doveva conferire con un semplice cancelliere, era timoroso di bussare alla sua porta e quando veniva ricevuto , entrava quasi con un inchino, come se si trattasse di essere ricevuto dal Presidente del Tribunale!
Educazione, rispetto, umiltà, preparazione (doti e virtù tipiche soltanto dei grandi) : tali valori gli erano stati inculcati dal padre (il fondatore della Fonderia Troiani) , uomo severissimo come ebbi modo di apprendere nelle nostre conversazioni private.
MI è difficile raccontare quarant’anni di rapporti professionali , ma anche di rapporti umani, sinceri, disinteressati (soprattutto da parte sua che non vedeva di certo in me – come meglio spiegherò più avanti – il giudice che poteva gratificarlo con incarichi molto remunerativi!)
A qualunque ora di una giornata lavorativa o o anche festiva , a qualunque ora della sera (anche in tarda sera) potevo telefonargli per un parere o un consiglio su problemi miei personali o lavorativi e ricevevo sempre la risposta più adeguata per il caso che gli prospettavo.
Potevo inviargli persone semplici, umili, , non dotate di alcuna cognizione su problematiche fiscali o tributarie, persone povere che si rivolgevano a me per un aiuto ma io, non disponendo della necessaria competenza in materia, le inviavo a lui che faceva sempre il possibile per poter risolvere al meglio il problema o i problemi sottopostigli (e naturalmente rifiutava qualunque compenso!)
Abbiamo, durante il lungo mio servizio al Tribunale di Terni, gestito insieme (in veste di giudice delegato ai fallimenti, egli nella veste di curatore) numerosi procedimenti, spesso difficili, delicati, drammatici, (ad esempio, il primo fallimento della Ternana calcio, nel quale il dr. Troiani venne nominato curatore dal Tribunale fallimentare) e, durante o al termine delle udienze, l’ultima delle sue preoccupazioni era il compenso cui aveva diritto, tanto che ero io che dovevo sollecitarlo a chiedere alla procedura almeno qualche acconto, ma la risposta era sempre la stessa (come un disco!): Giudice c’è tempo, non c’è fretta, ora pensiamo a gestire bene la procedura i cui problemi sono molto più importanti e urgenti del mio compenso; alla fine vedremo!
Da parte mia e di mia moglie (il Giudice De Luca) non è stato possibile frequentare, al” di fuori delle aule del Tribunale, una persona di così alta levatura morale e ciò per intuibili ragioni di trasparenza della nostra funzione giudiziaria essendo facile il collegamento – nella mente di qualche persona malevola – fra una frequentazione privata del commercialista con il Giudice Rainone o con la coppia Rainone-De Luca e il possibile conferimento di un incarico importante e molto remunerativo da parte del Tribunale al professionista in questione!
Mai il dr. Troiani ha perorato presso i Giudici incarichi (come spesso invece hanno fatto altri professionisti – commercialisti, ragionieri, avvocati , bussando alle porte dei vari Presidenti del Tribunale o dei Giudici): il dr. Troiani non chiedeva ma era pronto (senza mai tirarsi indietro) ad accettare incarichi dal Tribunale, sentendosi onorato della fiducia che i Magistrati gli accordavano; infatti, il suo stile di vita , il suo habitus mentale è stato, da sempre , quello di considerare lo svolgimento di un incarico giudiziario come una missione , da condurre a compimento nel miglior modo possibile, per il superiore interesse della Giustizia (quella con la “G” maiuscola che oggi, purtroppo – ve lo dice un Giudice – non esiste quasi più!)
E se poi, portati a compimento gli incarichi suddetti, non rimaneva, nelle procedure, alcun denaro liquido per il compenso spettante, la cosa non lo toccava più di tanto, essendo unico suo scopo quello di ripagare della fiducia accordatagli il Magistrato che gli aveva conferito quello incarico; nessun interesse per il denaro!
Quante volte, carissimo Claudio, venendo a trovarmi nel mio ufficio, , in qualche attimo libero dalle udienze, mi confidavi che, a sera, andando a dormire, ti balenava all’improvviso nella mente il dubbio di non aver svolto nel modo più corretto un qualche problema legato alle questioni legali, tributarie, fiscali, che avevi affrontato quel giorno; allora ti alzavi , tornavi in studio, , riprendevi il relativo fascicolo, ti rimettevi a riguardare le carte e i documenti e, spesso, passavi la notte in bianco!
Del Troiani politico posso dire poche cose (da cittadino ormai ternano): non ha mai voluto tessere di partito, né è stato legato ad altro tipo di “vincoli” associativi: diceva , infatti, sono un uomo libero, non posso e non voglio legarmi a nessun carro politico o di altra natura e trovava in me totale condivisione.
Da tecnico, perciò, accettò nella Giunta del professor Ciaurro l’investitura ad assessore al bilancio e ciò fece per spirito di servizio e per amore verso la propria città.
Con orgoglio, durante tale incarico, mi raccontò che – primo nella storia – aveva fatto censire la consistenza di tutto il patrimonio immobiliare della città, in quanto – prima di allora – il Comune di Terni non conosceva quanti e quali fossero gli immobili e i terreni di sua proprietà.
Dopo il mio pensionamento (con la mente ormai libera dalle preoccupazioni delle udienze giornaliere) ho cominciato a rivedere e rivivere – a ritroso – le procedure più importanti , i vari incarichi all’interno del Tribunale , persone, collaboratori, liberi professionisti, e mi sono convinto che il primo posto di un podio virtuale (come a dire, la medaglia d’oro) spetta proprio a te, caro, amato Claudio.
Incontrandoti , verso Corso Tacito, quando ancora le gambe ti sorreggevano mentre ti recavi con la bicicletta e Grazia verso il tuo amato studio di Piazza Parrabbi, ti ho ripetuto, più volte (e tu ti schermivi, da persona umile) che, per me, sei stato il più bravo , il più grande di tutti i liberi professionisti, frequentatori del Tribunale di Terni. Te lo ho ripetuto tante volte, negli ultimi giorni della tua vita, forse per guadagnare il tempo perduto, avendotelo detto troppo poco , quando eravamo “in trincea”, tu difronte a me, , dall’altra parte del mio tavolo in ufficio.
Concludo, commosso, manifestando un convincimento che ho maturato proprio questa notte , in occasione della tua morte: sei stata una delle figure centrali della mia vita, a partire dall’anno 1979 (quando nacque Pierluigi); sei stato una sorta di fratello maggiore per me, insieme alla figura di mio padre e all’eroe Giovanni Falcone con il quale mia moglie e io abbiamo avuto l’onore e il privilegio di condividere i primi due anni (troppo pochi) della nostra carriera in Sicilia.
Tutti uomini – questi che ho appena ricordato – di una tale caratura e spessore morale che hanno indirizzato la mia vita nella giusta direzione.