“Il documento economico finanziario presentato dalla regione Umbria dimostra per l’ennesima volta il tentativo da parte della giunta di affossare la sanità pubblica ed in particolare quella dell’Umbria del sud”.
È quanto dichiara in una nota il vice sindaco di Terni Riccardo Corridore.
“Nessun passo avanti per il nuovo ospedale di Terni – aggiunge il vice sindaco – Nessuna garanzia per l’espletamento delle procedure concorsuali necessarie al mantenimento di strutture di eccellenza quali la cardiochirurgia del Santa Maria di Terni. Nessun cambio di rotta per potenziare l’assistenza territoriale. Nessun intervento per garantire che le prestazioni ambulatoriali avvengano in prossimità del domicilio degli assistiti. Si tratta di vuoti evidenti, che producono danni ai cittadini, che impoveriscono un territorio che invece deve puntare sulla qualitià e quantità dei servizi per essere attrattivo. L’amministrazione comunale di Stefano Bandecchi e Alternativa Popolare dicono no al continuo impoverimento dei servizi essenziali soprattutto in sanità”.
“Con la bocciatura della proposta di emendamento al Defr (Documento di Economia e Finanza Regionale) presentata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Thomas De Luca, la giunta Tesei svela le carte sul progetto di smantellamento del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale di Terni. L’emendamento presentato da De Luca intendeva garantire l’attività del reparto di riconosciuta eccellenza del nosocomio ternano avviando entro il primo trimestre del 2024 tutte le procedure necessarie per l’espletamento del concorso per il nuovo direttore della struttura complessa. Tesei e Coletto, con la complicità della maggioranza dell’assemblea regionale, scelgono invece di depotenziare Terni in favore di Perugia. Mettendo a rischio chiusura una struttura di eccellenza per Terni e per l’intero bilancio regionale, attrattiva verso il territorio laziale, il reatino ed il viterbese, ma anche verso l’Abruzzo”.
A sostenerlo è il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, nonché cardiochirurgo, Claudio Fiorelli
“Eliminare una struttura complessa e depotenziarla con qualcosa di livello inferiore – aggiunge Fiorelli – farebbe scappare i cardiochirurghi presenti, a partire dal responsabile ed impedirebbe l’arrivo di professionisti in grado di portare avanti l’attività con lo stesso livello di qualità ed efficienza. Perdere ulteriormente di attrattività in questo settore si ripercuoterebbe gravemente sulle patologie tempo dipendenti. Sono frequenti i casi di pazienti con patologie tempo dipendenti che senza il tempestivo intervento degli operatori del reparto di Cardiochirurgia avrebbero riportato conseguenze drammatiche. Depotenziare una struttura così attrattiva significa renderla un cadavere ambulante. Serve una mobilitazione generale di cittadini, associazioni, sindacati e tutte le forze politiche, di maggioranza ed opposizione, perché parliamo di qualcosa al di sopra delle singole appartenenze”.
Sulla stessa questione interviene la Cgil medici dell’Umbria.