La Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni ha presentato la mostra Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri che da oggi è aperta al pubblico negli spazi di Palazzo Montani Leoni a Terni.
Dal ricco patrimonio della Fondazione, costituito da oltre 1100 opere d’arte, è stata condotta un’attenta selezione di quelle più rappresentative, in un percorso che si snoda in ordine cronologico, tenendo conto dei collegamenti stilistici tra i vari artisti e toccando le principali epoche della storia dell’arte dagli inizi del XIV agli esordi del XXI secolo.
La mostra Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri, curata da Anna Ciccarelli direttore della Fondazione, testimonia un viaggio lungo otto secoli di creatività artistica, dalle radici Medievali, al Rinascimento fino alle avanguardie del Novecento. Attraverso quarantacinque opere viene presentato al pubblico un piccolo “Museo della memoria artistica”, un ponte ideale tra la grande tradizione rinascimentale e la ricerca contemporanea.

Così il vicepresidente della Fondazione Carlo Passalacqua presenta con orgoglio questo nuovo progetto espositivo: «L’ultima esposizione della Collezione risale al 2012, anno in cui è stata realizzata la mostra ‘La raccolta d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni’. Da allora il patrimonio dell’Ente si è profondamente arricchito, grazie ad acquisizioni, donazioni e comodati che ne hanno ampliato la qualità e il prestigio. Con questa nuova esposizione, la Fondazione riafferma il proprio impegno nel rendere la cultura un bene condiviso, convinta che la bellezza, quando viene restituita alla comunità, diventa fattore di crescita e coesione.»
Il percorso prende avvio con alcune testimonianze del Trecento e del Quattrocento, con opere della cerchia di Taddeo Gaddi, prosegue poi con i maestri del Cinquecento, con dipinti provenienti dalle botteghe del Perugino e di Tiziano, nonché di mano di Luca Signorelli, testimone della grande stagione rinascimentale umbra e toscana, presente in mostra con una preziosa tavola che rivela il suo straordinario senso plastico e la tensione drammatica delle figure.
Seguono i dipinti del barocco italiano e del caravaggismo di Antiveduto Gramatica, Artemisia Gentileschi e Mattia Preti e di scuola fiamminga con Sebastian Vrancx, in cui si colgono le trasformazioni della pittura tra eleganza formale e ricerca di nuovi effetti luministici.
Il Settecento veneziano è documentato con una elegante veduta di piazza San Marco di Francesco Guardi, che apre poi allo spazio dedicato ai paesaggisti d’oltralpe come Claude Joseph Vernet, Verstappen e van Bloemen che hanno omaggiato il territorio umbro con le splendide raffigurazioni della Cascata delle Marmore.
La sezione dedicata all’Ottocento e al primo Novecento documenta l’evoluzione del gusto borghese e del sentimento del vero, dalla pittura romantica, al realismo e all’impressionismo, fino ai fermenti del primo dopoguerra. In mostra due opere straordinarie di Alfred Sisley, riconosciuto come uno dei grandi maestri del paesaggio impressionista, e del “padre” del movimento, Camille Pissarro.
Nel nucleo di opere degli artisti del secondo Novecento, spiccano Alberto Burri e Agostino Bonalumi.
Infine, la mostra si chiude con una sezione in onore dei grandi maestri umbri o attivi nel territorio nel Novecento: Piero Gauli, Ardengo Soffici, Ugo Castellani, Umberto Prencipe, Amerigo Bartoli, Orneore Metelli e Aurelio De Felice.Corredano la mostra una piccola galleria con i Ritratti di cardinali e personaggi insigni del XVII-XIX secolo, uno splendido orologio in bronzo Luigi XVI, sculture di Vincenzo Gemito e un’opera in ceramica del contemporaneo Piero Gauli.

«Questa mostra nasce dal desiderio della Fondazione Carit di “restituire” alla comunità la propria Collezione d’arte che negli ultimi anni si è arricchita di molte nuove opere grazie alle acquisizioni dirette effettuate dal Consiglio di Amministrazione e a generose donazioni di privati – afferma la curatrice Anna Ciccarelli – Quarantacinque opere, delle oltre mille della raccolta, sono esposte a palazzo Montani Leoni in un viaggio completo nella storia dell’arte, in un percorso che rivela l’evoluzione dei linguaggi artistici e il continuo dialogo tra territori. Dalle testimonianze del Trecento e del Quattrocento, ai grandi maestri del Cinquecento come Luca Signorelli, passando per le opere manieriste, barocche e fiamminghe, con Mattia Preti, Artemisia Gentileschi e Sebastian Vrancx, fino al vedutismo di Francesco Guardi e alle esperienze dei plenaristi, per approdare infine agli impressionisti Pissarro e Sisley e alle ricerche contemporanee di Burri e Bonalumi. La mostra chiude con i maestri “locali” del Nocevento come Orneore Metelli, Amerigo Bartoli, Ugo Castellani e Aurelio De Felice.
Una mostra che racconta la genesi di una Collezione artistica di una fondazione bancaria in oltre trenta anni di formazione ed evoluzione».
La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Anna Ciccarelli.
L’allestimento della mostra è a cura dello Studio Sciveres Guarini.















