E’ stata inaugurata questa mattina, con due anni di ritardo dovuti alla pandemia, la via intitolata a uno dei cantanti e artisti più amati in Italia, Augusto Daolio, indimenticato leader del complesso i Nomadi.
Il 7 ottobre saranno 30 anni che Daolio è morto ma il suo ricordo è ancora ben presente e non soltanto fra coloro che non sono più giovani ma anche fra le nuove generazioni, cui la passione per i Nomadi e Daolio è stata tramandata dai loro genitori.
L’iniziativa di questa mattina è stata fortemente voluta dal “Nomai fan Club Spirito nomade” di Terni e dal suo presidente Danilo Manciucca.
Sono intervenuti la compagna di Daolio, Rosanna Fantuzzi, presidente dell’associazione “Augusto per la vita” che ha raccolto donazioni per circa 1 milione di euro a favore della ricerca oncologica e che ha apprezzato molto il luogo che è stato intitolato a Daolio “tra le montagne e l’infinito, gli sarebbe piaciuto – ha detto”.
L’assessore Federico Cini ha detto “riceviamo tante richieste per intitolazioni di vie e piazze, purtroppo, non c’è spazio per tutte ma ci sono delle intitolazioni che sono sacrosante perché servono a conservare la memoria di artisti e grandi uomini che sono di esempio per le nuove generazioni , questo è il valore vero di queste intitolazioni”.
E’ intervenuto anche il consigliere Devid Maggiora, “è bellissimo – ha detto – vedere questa varietà di età unite nel ricordo di Augusto Daolio, un artista che ha saputo lasciare un messaggio importantissimo attraverso la musica, attraverso la sua arte. Le sue canzoni non hanno età e sono espressione della musica italiana che può essere rappresentata nel mondo”.
Dopo la svelatura della stele che ricorda Daolio, i fan lo hanno omaggiato cantando “Io vagabondo”. Anche gli insospettabili Cini e Maggiora, che sono a conoscenza di tutte le parole della celebre canzone
“Augusto era una persona che sapeva ascoltare, sapeva amare le persone, sapeva comunicare la voglia di vivere, la voglia di conoscenza – dice ancora Rosanna Fantuzzi – era un uomo di pace e oggi avrebbe disprezzato la guerra”.