Un’importante attività di polizia, di contrasto al sorvolo di droni sul perimetro penitenziario fatta ad opera degli uomini del reparto di Polizia Penitenziaria in servizio nella casa circondariale di Terni, ripropone l’allarme lanciato mesi fa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sull’uso, da parte della criminalità, di droni per fare pervenire nelle strutture detentive telefonini e droga.
La denuncia è di Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sappe, che da notizia di quanto avvenuto nelle ultime ore.
“Nel tardo pomeriggio di ieri, grazie alle intuizioni di un ispettore superiore distaccato a Terni ed un ispettore capo del reparto locale, per il servizio di polizia giudiziaria, entrambi fuori servizio, i quali, appena terminato il proprio turno, hanno individuato e bloccato l’auto con a bordo tre soggetti intenti a pilotare il drone in sorvolo sul carcere per illecite attività legate al traffico di stupefacenti e introduzione di apparati telefonici cellulari interrompendo l’azione. I poliziotti, col supporto di altri agenti, hanno bloccato la macchina, sequestrato dodicimila euro in contanti e quattro telefoni cellulari che erano destinati ai detenuti”.
“Il problema dell’introduzione di telefoni in carcere è da tempo noto e conosciamo bene la sua portata che, al giorno d’oggi è davvero significativa e continua a crescere giorno dopo giorno – sottolinea ancora Bonino – Ci preoccupa non solo il loro utilizzo per scopi illeciti all’esterno del carcere, come più volte riscontrato nelle attività di indagine che vengono svolte quotidianamente nei penitenziari e sul territorio nazionale, ma anche il vero e proprio commercio che è presente all’interno delle mura dove uno smartphone ceduto tra detenuti moltiplica vertiginosamente il proprio valore, diventando fonte di ingenti guadagni illeciti per chi riesce a gestirne il commercio. Dal 2020, introdurre un cellulare in carcere è un reato punibile con una pena che va da uno a quattro anni, ma il continuo aumento dei sequestri dimostra che non è un deterrente sufficiente ad arginare il fenomeno”.