“L’antica civiltà egizia esercita tuttora un fascino quasi magnetico, forse perché avvolta nelle nebbie dei tempi e ammantata di misteri solo parzialmente svelati.” Così Maria Cristina Locci responsabile del Gruppo Archeologico DLF, ha introdotto l’incontro culturale che ha visto l’egittologa Massimiliana Pozzi Battaglia relazionare su ”Nuovi scavi in Egitto: l’Egyptian Italian Mission at West Aswan (Eimawa), la scoperta di una vasta necropoli” che si è tenuto nel caffè letterario della biblioteca comunale di Terni. Gli scavi di Aswan, nel sud dell’Egitto, sono iniziati alla fine del 2018, la prima campagna di scavo vera e propria è del 2019, sotto la direzione della professoressa Piacentini dell’università Statale di Milano. Hanno restituito al momento una trentina di tombe tutte di epoca greco romana, quindi tolemaico romana, con datazioni che oscillano fra il primo secolo avanti Cristo e il secondo dopo, ma si ritiene che ci siano anche tombe un po’ più antiche, almeno a partire dal settimo secolo avanti Cristo. “È una necropoli vastissima situata vicino al mausoleo dell’Agakan e noi siamo riusciti finora a censire 300 tombe, ma pensiamo che siano molte di più perché abbiamo indagato una piccola zona della necropoli, diciamo un quarto del territorio che c’è stato dato in concessione”. Un lavoro molto importante, che per ora ha dato delle grosse soddisfazioni. “Abbiamo potuto dare un nome ad uno degli occupanti, al personaggio più importante. Questo aiuta moltissimo per la ricostruzione di questo periodo che era poco noto a livello di sepolture, quindi in un certo senso questa scoperta è un po’ l’anello mancante di dove fosse stata sepolta la folta popolazione di Aswan che per la sua condizione strategica ha sempre avuto una grande importanza. In particolare l’ha avuta molto forte proprio nel periodo greco romano, quindi diciamo che è una scoperta che già ha dato grosse soddisfazioni, ma che promette di darne ancora di maggiori”. Gli scavi vengono svolti da diverse figure professionali. “Il nostro team è composito, non siamo solo archeologi e filologi, ma ci sono con noi anche medicipatologi, geomatici, chimici, restauratori. Il lavoro che viene fatto in team è molto ricco e ci permette di approfondire vari aspetti.” A breve tutto il lavoro svolto sarà oggetto di una pubblicazione. “Ormai siamo in possesso di un numero di dati, di informazioni tali che ci permetteranno una prima pubblicazione del lavoro fatto fino a qua”.