Si sono svolti oggi pomeriggio nella chiesa di Santa Maria del Rivo i funerali di Costanza Belloni la giovane stroncata da un malore, lo scorso 20 novembre,mentre si trovava all’interno di un locale in strada di sabbione
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Chiesa gremita. Amici e parenti si sono stretti intorno ai genitori Flavia e Alfio e ai fratelli Giulio e Alessio. Un dolore composto il loro.
Costanza soffriva della sindrome di Ehlers-Danlos che è stata la causa della sua morte così prematura.
“Anche se tutto questo accadesse all’improvviso, in modo inaspettato, è lo stile di vita che caratterizza la nostra esistenza – ha detto don Marco De Cesaris che ha officiato le esequie – sì perché la nostra vita è fragile ma la nostra fragilità si mostra nel nostro corpo, non nell’anima, non nello spirito, e la nostra cara Costanza, di certo, è stata da sempre consapevole di tutto questo. La fragilità potremmo dire che l’ha vissuta fin da subito, dalla sua nascita Ma è da questo stile di vita, grazie all’educazione ricevuta dalla famiglia, che Costanza ha affrontato tutto questo con una spinta a vivere, non con rassegnazione, non con tristezza, non con introversione, ma con tanta gioia, disponibilità, apertura agli altri, e con multiformi espressioni.” Don Marco ha ricordato l’esperienza di scoutista di Costanza, prima come coccinella e poi come guida, insieme al suo gemello Giulio.
“A volte noi dobbiamo riconoscerlo, tendiamo a non considerare la nostra vita fragile e preziosa – ha aggiunto ancora don Marco – ma se accade questo ci illudiamo un po’ tutti. Per Costy (la chiama proprio così con un dolce diminutivo) non è stato così, ecco il valore della vita, ecco il valore del nostro corpo, pur fragile ma sempre da curare, da non sottovalutare, cioè come condizione che abbiamo di possibilità per donarci agli altri, per fare del bene, per portare un sorriso, una luce diversa. E quanta luce – sottolinea don Marco – quanto affetto, cara Costy ci hai donato a tutti.”
Al termine del rito funebre hanno voluto salutare Costanza, alcune amiche, con parole cariche di affetto.
“La misura del suo amore era amare senza misura. Costanza è stata la nostra roccia, la persona che ci ha difeso sempre, che tifava sempre per noi in ogni circostanza, in ogni situazione. Ci ha insegnato l’importanza di dimostrare sempre i nostri sentimenti che un – ti voglio bene – non è mai scontato, qualunque opportunità di dirlo è quella giusta. Nessuna sfida – hanno detto – può essere affrontata senza un sorriso, un filo di trucco e un bel paio di scarpe, infatti, il modo, l’atteggiamento, l’aspetto con cui si poneva la faceva apparire come un baluardo contro qualsiasi situazione. Non ha mai ceduto anche perché era troppo testarda per farlo. Costanza era una infinità di cose per tutti noi e la sua vita è stata vissuta nell’amore che non solo ha trasmesso in prima persona a chi aveva vicino ma che ha ricevuto dalla sua famiglia e da chi ha vissuto accanto a lei. Lei che è stata scout e il motto dello scoutismo è – siate pronti – Costy ha vissuto con questo spirito, mai impreparata alla gioia piena della vita. Ciao amica, ciao sorella, ciao Costy.”
Quindi è stata letta una lettera di una sua cugina che si trova in America che si è detta fortunata di averla avuta accanto e l’ha definita “angelo dai capelli d’oro”.
L’ultimo saluto è stato in musica, lei che aveva una passione per il canto. E’ stato suonato “Il cigno” dal Carnevale degli animali di Camille Saint Saens e poi la sua voce ha avvolto la chiesa con un brano “Beautiful that way” ovverosia la colonna sonora del film “La vita è bella”. Credo non sia stata una scelta casuale. Alla fine la chiesa si è sciolta in un lunghissimo, caloroso applauso. L’ultimo per Costy.