A distanza di oltre 40 anni Terni rende omaggio ad Alfredo Innocenzi, poliedrica figura di scultore, pittore, disegnatore e architetto, nato a Terni nel 1909. “Invenzione di forme e deformazioni. Alfredo Innocenzi, scultore e pittore (1909-1974). Dagli empiti futuristi degli anni ‘30 alla ricostruzione della città di Terni” è il titolo della mostra, a cura di Domenico Cialfi e Marco Grilli, rispettivamente dell’associazione IL PUNTO Centro Ternano di Cultura e dell’associazione di Promozione SocialeTEMPUS VITAE, che si terrà dal 4 dicembre 2016 al 5 febbraio 2017 al Museo Diocesano e Capitolare di Terni. Dopo una prima formazione artistica nella Scuola Industriale Benedetto Brin di Terni (sezione ebanisti), sotto la guida dello scultore Tommaso Illuminati, si iscrive al Museo Industriale di Roma. Proprio nella Capitale il giovane Innocenzi si accosta al futurismo, aderendo alla compagine del “Blocco dei Futursimultanisti” guidati da Ettore G. Mattia e ben presto farà la conoscenza anche di Filippo Tommaso Marinetti. Rientrato a Terni, si mette in evidenza in alcune Sindacali umbre e mostre cittadine, aderendo anche al Gruppo Universitario Fascista e imponendosi nei Littoriali. Parte poi come volontario nella guerra per la conquista dell’Abissinia (1935). In Africa orientale resta per molti anni, con qualche interruzione per brevi licenze in cui torna ad esporre in qualche Sindacale umbra (1938), ma anche in colonia ha modo di mettere in evidenza le sue doti artistiche, realizzando alcuni monumenti di segno modernista (monumenti per la marcia su Gondar). Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, assiste al rapido dissolversi dell’Impero. Rientrato, dopo una lunga prigionia nella sua città natale (1947), apre un “Laboratorio di Arte Plastica e Decorazione”, mentre il suo indirizzo artistico sta mutando con una certa rapidità, anche se alcune ascendenze futuriste saranno sempre riconoscibili anche nel prosieguo del suo cammino artistico. Successivamente si impegna per la ricostruzione post-bellica della città con suoi manufatti artistici. Stabilisce proficue collaborazioni con gli imprenditori locali, che gli consentono di adornare ingressi e androni di molti palazzi fino agli avanzati anni ’60, così come di abbellire con decorazioni plastiche e pittoriche residenze private di pregio, di cui cura l’arredo. Alla fine degli anni ’60, amplia la sua gamma espressiva, dandosi con più insistenza anche alla pittura, aumentando la sua affermazione in mostre allestite in varie parti d’Italia. Nel 1973, realizza anche il suo sogno di esporre a Parigi, considerata da sempre la culla dell’arte moderna. Si spegne per un attacco cardiaco, a Lumezzane di Brescia, nel novembre del 1974, mentre era in corso la sua ennesima personale bresciana.
Ci illustra l’esposizione, che verrà inaugurata alle 16.30 di domenica 4 dicembre, il curatore Domenico Cialfi.