Non c’è pace per Federico e la sua famiglia, quando sembrava risolto il suo problema abitativo ecco che spunta una legge regionale che nega la concessione di un alloggio popolare a chi ha nel suo casellario giudiziario un precedente penale. E Federico purtroppo ce l’ha, anche se estinto e datato più di 20 anni fa. Per cui per lui e la sua famiglia non c’è in arrivo alcun alloggio popolare.
Ora è a rischio sfratto. Anzi lo sfratto è certo, è solo questione di tempo. “Io l’affitto – dice – non posso pagarlo e il padrone di casa già mi ha detto che mi manderà via. Fin qui abbiamo avuto l’aiuto di Terni col cuore e di altre associazioni che ci hanno aiutato a pagarlo e ci hanno aiutato con le bollette ma ora è venuto meno anche il loro aiuto perché il problema casa si stava risolvendo. E invece ecco che è venuta fuori questa legge regionale che mi impedisce di accedere alla graduatoria per la casa popolare. Che avrà effetti anche retroattivi per cui chi già vive in una casa popolare ma ha subito una condanna penale sarà costretto a lasciare l’abitazione. Una vera bomba sociale”.
La vicenda era sta anticipata qualche giorno fa dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Thomas De Luca che aveva scritto:
“Costretti a scegliere se mangiare o pagare l’affitto. Questa è la situazione di una famiglia italiana composta da padre, madre e tre figli, di cui uno con disabilità grave. Da anni vivono con un unico stipendio perché uno dei due genitori è inabile al lavoro. E da anni soffrono la paralisi dell’assegnazione delle case popolari, per colpa della legge regionale scritta dalla destra e impugnata dal governo. Il Comune dove la famiglia risiede (Terni, ndr) – aggiungeva De Luca – dopo mesi di imbarazzante inerzia, ha finalmente provveduto a fare il bando per le cosiddette emergenze abitative. Ma a quel punto per la famiglia in questione è arrivata l’ennesima porta in faccia. Ed il motivo risale a una vecchia condanna di vent’anni fa a carico di uno dei genitori (Federico, ndr). Reato estinto e debito con la legge pagato, ovviamente, ma evidentemente questo non basta. Sono gli effetti delle modifiche all’articolo 29 della Legge regionale sulle case popolari ad opera di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Nell’articolo 29 vengono ricompresi tutti i reati del codice penale tra cui anche la diffamazione, l’imbrattamento, il danneggiamento, il vilipendio al Presidente della Repubblica. Si chiede la riabilitazione che però, di fatto, è impossibile per chi non ha soldi neanche per dare da mangiare ai propri figli”. Infatti Federico avrebbe superato l’ostacolo se avesse chiesto la riabilitazione: “ma io i soldi non ce l’ho – ci dice – altrimenti l’avrei fatta”.
Questa mattina ha incontrato gli assessori Altamura e Maggi che gli hanno ribadito di avere le mani legate da questa legge regionale e lo hanno invitato a chiedere all’assessore regionale Enrico Melasecche di istituire un tavolo Comune-Regione al fine di risolvere la questione.
“L’assessore Melasecche mi dice che è colpa del comune di Terni che aveva la facoltà di non applicare la norma , fatto è che io e la mia famiglia ci ritroviamo in mezzo a queste questioni e ne siamo le vittime”.
Federico ci dice che è interessato alla sua vicenda anche “L’indignato speciale” del TG5.
Intanto si stanno muovendo alcune associazioni che organizzeranno una cena per raccogliere fondi in favore di Federico e della sua famiglia.
LA STORIA DI FEDERICO
Terni, Federico e la sua famiglia avranno un alloggio popolare
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