Raffinato pittore, grande disegnatore, ispirato poeta, pediatra molto amato dai ternani. Felice Fatati è una delle più importanti personalità del Novecento. Il nipote Giuseppe, che da anni ne porta avanti il ricordo, ha curato il volume “Novecento a fil di penna. La poesia di Felice Fatati” edito da Pacini Editore. Quest’opera è praticamente una raccolta antologica che va dal 1923 al 1977 per gran parte inedita, ma non solo.
“Questo volume nasce un po’ per paura, ha affermato Giuseppe Fatati, la paura di dimenticare perché tutti quelli che hanno conosciuto Felice Fatati hanno subito un cambio generazionale. La memoria si è forse rafforzata tra chi ancor lo ricorda, ma si sta perdendo tra i giovani. L’idea era quella di raccogliere soprattutto la parte poetica in un’opera ‘antologica’. Per fare queste cose serve una spinta gentile che è stata l’incontro con mia cugina che aveva ritrovato delle poesie di metà anni Venti e un mio collega, Giorgio Giuliani, che aveva un dramma scritto da Felice Fatati in giovanissima età, ad appena 15 anni, nel 1923. Intorno a questi due importanti scritti iniziali si è costruito il libro riproducendo anche il volume “Poesie ed epigrammi” edito nel 1983 e un’altra serie di scritti, dando al tutto una sorta di sviluppo nel corso di un arco temporale che è la vita di Felice Fatati. Questa pubblicazione vuole essere un punto di partenza. Lo scopo è quello di lasciare alla città il ricordo di una persona e la speranza che la scuola cominci ad interessarsene. Perché Felice Fatati è un autore che va riscoperto partendo dalle scuole di quella città che lui tanto ha amato. Da qui deve partire un’interpretazione del suo ruolo non solo come pittore, ma anche come uomo di cultura e poeta”.
L’opera è arricchita da contributi importanti: della Professoressa Maria Luisi che traccia l’autoritratto di un giovane poeta e del Professor Domenico Cialfi sul periodo futurista di Fatati. Il volume di quasi quattrocento paginevede poi le testimonianze, tra gli altri, dei critici d’arte Franca Calzavacca, Mino Valeri e Paolo Cicchini nonché dell’ex assessore comunale alla scuola, ora consigliere regionale, Valeria Alessandrini.
“Felice Fatati è stato senza dubbio uno degli artisti più interessanti del Novecento. Un disegnatore particolare, dal segno velocissimo, essenziale. Riusciva a realizzare qualunque elemento della realtà fenomenica – spiega Paolo Cicchini – semplicemente con un piccolo tratto della sua penna. Quando dipingeva si avvaleva del supporto del colore e in quel caso proprio con un piccolo accenno del colore stesso, un sospiro di colore, riusciva a proporci una situazione d’insieme. Fatati è stato poeta e pittore insieme, d’altronde la poesia è da considerare una sorta di pittura che parla così come la pittura è una poesia muta.”
“Ho potuto dare il mio contributo a questo testo. Un contributo – ha dichiarato Valeria Alessandrini, che affronta la tematica scolastica riferita a quella che è stata la mia esperienza come assessore alla scuola del Comune di Terni. Abbiamo una scuola di primo grado intitolata con grande orgoglio a Felice Fatati. Il mio grande orgoglio è quello di poter testimoniare come cittadina ternana in un testo riguardante la figura di un medico che ha svolto un ruolo non solo a livello sociale, pedagogico e sanitario, ma che ha lasciato il segno per il nostro territorio e la nostra comunità”.
Il vicesindaco Andrea Giuli ha salutato l’opera definendola un bene per i giovani e la comunità ternana che debbono conoscere il genius loci, perché Felice Fatati è ormai simbolo del luogo nel quale aveva deciso di vivere rinunciando a palcoscenici ben più importanti che gli erano stati offerti.