Sul nuovo ospedale di Terni interviene anche il Partito Democratico con una nota a firma del gruppo consiliare a palazzo spada, di Fabio Paparelli, consigliere regionale e di Riccardo Brugnetta, responsabile del forum sanità.
“La realizzazione del nuovo Ospedale di Terni – scrivono – è sicuramente un fatto necessario e significativo per il futuro della città e su cui si sono esercitate diverse ipotesi, a partire dagli improbabili project proposti da esponenti della giunta regionale .
Non vi è dubbio che il tema della realizzazione del nuovo ospedale di Terni sarà un tema concreto su cui confrontarsi in campagna elettorale e sicuramente sarà una delle proposte programmatiche forti che il PD ternano avanzerà.
Occorre precisare che il tema è diventato prioritario e l’esigenza reale almeno dal biennio del Covid 2020-21, quando effettivamente si è posto il problema dell’accelerata obsolescenza strutturale dell’attuale ospedale per la gestione della pandemia e si è aperto il dibattito sulla possibilità di investimenti in nuovi ospedali tramite il Mes sanità.
Da allora, e non trenta anni fa come sostiene qualcuno, esiste secondo noi la necessità di un nuovo ospedale.
Fino alla crisi Covid, i governi regionali di centro sinistra e le direzioni aziendali avevano assicurato investimenti per la messa a norma, la ristrutturazione e l’adeguamento tecnologico dell’attuale per oltre 70 milioni di euro, di cui una trentina ancora da spendere, a testimonianza di come sia complesso intervenire su una struttura in corso di funzionamento e su un’area molto edificata come Colle Obito e intasata dal traffico cittadino.
In base a quel piano, in particolare riferito al potenziamento tecnologico, l’ospedale di Terni ha superato il covid e, nonostante conduzioni malferme come quelle in particolare del direttore Chiarelli, nominato dal centro destra, prova ancora a dire la sua in una sanità regionale debilitata dai cinque anni di malgoverno, attraverso una qualità dei professionisti e tecnologica indiscusse.
Se questa può essere la base di un ragionamento serio, realistico e oggettivo, al di fuori della propaganda – sostiene il Pd – siamo convinti che il nuovo ospedale di Terni sia da realizzare con fondi pubblici, come fatto per tutti i nuovi ospedali regionali, a partire dal Polo unico di Perugia, perché appunto è giunto il tempo della città di Terni e vada pensato, progettato, realizzato attraverso un concorso di idee di alto livello, un largo coinvolgimento della città e delle sue istanze più vitali e responsabili. Se qualcuno si vuole documentare è un un percorso analogo a quello in atto a Cremona, città per alcuni versi gemella.
Per questo va messa in campo una capacità negoziale con il Ministero o con altre Istituzioni pubbliche abilitate (Inail) che non si è vista, che sicuramente non è stata un impegno prioritario della giunta Tesei.
Rimarranno agli annali certe delibere della giunta regionale uscente in cui, dopo avere spostato il finanziamento dell’Ospedale di Narni-Amelia a carico dell’Inail, si fa il conto delle risorse residue per l’Ospedale di Terni: i famosi 118 milioni, su cui passivamente la regione accetta le idee altrui senza averne una su come andare avanti.
Non condividiamo le ipotesi a base finanziaria proposte, come il Project Financing di cui dopo un paio di bocciature ancora si cerca di parlare, perché ipotesi costose, difficili da gestire, fortemente vincolate nei termini progettuali e contrattuali e soprattutto perché prive di partecipazione alle scelte.
Pensiamo solo al fatto che una decisione così caratterizzante come un ospedale completamente nuovo, all’altezza delle sfide e destinato ad influenzare i destini della città per decenni dalla sua realizzazione, possa maturare tra il gruppo imprenditoriale promotore e gli uffici regionali, con un sindaco che definire distratto o disinteressato è un eufemismo.
Il nuovo ospedale di Terni – conclude il Pd – non può essere un prodotto finanziario, deve essere l’occasione per il rilancio partecipato e consapevole della città, per la sua rilettura in termini di distribuzione e qualità dei servizi del welfare e per un forte rinnovamento urbanistico.”