“Il 2021 lascia in eredità un anno difficile dove si sono accentuate le criticità già segnate dalla crisi, amplificate dall’emergenza sanitaria in corso e ci riconsegna un quadro preoccupante nel territorio ternano sia sul versante economico-sociale ma soprattutto sul versante del lavoro”.
È la situazione nel ternano delineata dal segretario generale della Cgil di Terni Claudio Cipolla in base ai dati elaborati dall’Ires, l’ufficio studi del sindacato.
Il rimbalzo economico del 2021 non è stato accompagnato da un incremento dell’occupazione altrettanto significativo. Inoltre, la nuova occupazione è stata caratterizzata da altissimi tassi di precarietà. Secondo i dati elaborati dall’Ires dei nuovi rapporti di lavoro attivati tra gennaio e settembre 2021 in provincia di Terni in alcuni settori sfiora il 10%: un solo rapporto stabile ogni 10 attivati. L’occupazione degli under-35 è al minimo storico e c’è un differenziale nel tasso di occupazione tra uomini e donne che in Umbria si aggira intorno al 14%, ben al di sopra della media nazionale.
“I settori che hanno sofferto maggiormente nel corso del 2021, ha aggiunto il segretario, sono il manifatturiero, le costruzioni che hanno visto una ripresa soltanto nel secondo semestre, c’è un leggero aumento dei settori che riguardano i servizi e il terziario. Quello che registriamo è che alla crescita non ha seguito di pari passo un aumento occupazionale. La timida ripresa sul versante occupazionale è stata segnata dal precariato e dalla instabilità lavorativa.”
Anche sul piano sociale i dati forniti dall’Ires descrivono un aumento delle disuguaglianze e delle difficoltà per le persone: le domande per il reddito di emergenza sono quasi raddoppiate passando, in provincia di Terni, dai 1942 nuclei familiari coinvolti nel 2020 ai 3331 del 2021.
“Pensiamo che questo sia dovuto anche allo sblocco dei licenziamenti che inevitabilmente ha generato un arretramento sul versante occupazionale e quindi un accesso maggiore agli ammortizzatori sociali e al reddito di cittadinanza.”
Preoccupa anche la ripresa degli infortuni: tra gennaio e novembre 2021 sono state 1740 le denunce presentate all’Inail in provincia di Terni, contro le 1472 dello stesso periodo del 2020 e 4 morti sul lavoro. Crescono anche di quasi il 40% le malattie professionali.
“Se il 2022 deve essere l’anno del rilancio, anche grazie alle ingenti risorse economiche messe in campo, Pnrr e non solo, noi crediamo che si debba partire assolutamente da un’inversione di tendenza prima di tutto sul lavoro e poi sulla sanità e sul modello di sviluppo”.
C’è bisogno di cambio di direzione netto nella gestione della sanità da parte della Regione, “gestione inadeguata, come è sotto gli occhi di tutti – ha detto Cipolla – visto che a 2 anni dall’inizio della pandemia si opera ancora in piena emergenza”.
L’ultimo grande tema per la Cgil è il modello di sviluppo, una nuova organizzazione del territorio che deve, in un quadro di sostenibilità complessiva, dare risposte sul versante dei servizi, su quello economico e sociale per migliorare la qualità della vita delle persone che insistono su questo territorio.
In questo quadro così ricco di criticità la nota positiva per la Cgil viene dal tesseramento: nel 2021 ha registrato 2000 nuove iscrizioni, arrivando così a superare la soglia dei 23mila iscritti mentre sono state circa 46mila le pratiche svolte.