Nel dibattito sui canoni idrici
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/canoni-idrici-paparellil80-delle-risorse-va-a-terni-479628
intervengono i capigruppo in Regione e al Comune di Terni, del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Luca Simonetti.
I due esponenti del M5S sottolineano come “da anni gridiamo ripetutamente allo scippo mentre il PD, con Catiuscia Marini, in testa e altri, nonché Forza Italia con Raffaele Nevi hanno attentamente tutelato solo gli interessi delle multinazionali di rapina, pure con argomenti sconcertanti. ”
“Nel 2017 – aggiungono – dopo svariati anni di battaglie sul tema e ridicole elargizioni, visti pure i danni fin qui cagionati dallo sfruttamento intensivo delle acque,fummo ancora più chiari:Perugia-cioè la Regione-dovrebbe restituire 100 milioni di euro, una tantum.”
Secondo Liberati e Simonetti “se il Polo idroelettrico tornasse pubblico, se ASM Terni e altre municipalizzate (come si fa talora al Nord) avessero almeno tentato di riprendersi le centrali già nel 2000, Terni sarebbe straricca: infatti, negli ultimi 18 anni, il gruppo di centrali afferenti a Galleto ha generato orientativamente utili superiori a 1 miliardo e mezzo e di euro.
Si chiama non a caso ‘rendita idroelettrica’, rendita del tutto parassitaria, perché senza ricadute sul territorio, difesa tramite piccoli favori agli amici degli amici oppure dando quattro soldi per eventi regionali, spesso comprando pubblicità su testate locali e nazionali, forse sperando che, in tal modo, nessuno si accorga di un lucrosissimo business voluto dalla vecchia politica, unita in nome del denaro.”
GLI SCIPPI
“Nel rapporto con la Regione – sottolineano ancora Liberati e Simonetti – da decenni Terni assiste ad altri scippi, con una divaricazione di opportunità, con lo smantellamento di tutti i residui centri di potere, in un deserto di prospettive, con oltre il 95% degli uffici regionali concentrati su Perugia, una città parimenti in crisi di orizzonti per via dello stesso ceto politico totalmente autoreferenziale, incapace di mettersi in gioco, con la destra a fare da quinta colonna di un meccanismo logoro e perverso.
E che dire dei fondi pubblici regionali, regolarmente assegnati altrove, ma non a Terni -se non microfettine della torta? E che dire di un simbolo come il Frecciarossa, trascinato da Arezzo fino al Capoluogo di Regione, ma non a Foligno, Spoleto e tantomeno a Terni, nella derisione generale, nel silenzio complice dei politici ternani in Regione, Parlamento, etc.?
Né dobbiamo dimenticare – concludono i due esponenti dei 5 stelle – che il Senato accademico, a Palazzo Murena, così come i baroni della Sanità, nel concorso di molti eletti –di nuovo anzitutto ternani- mai hanno voluto attribuire a Terni dignitose attenzioni, cioè solidi corsi di Laurea, né sedi universitarie (pur dopo investimenti ingentissimi in loco), né hanno operato per un nuovo ospedale dalla struttura finalmente decente, né per servizi ASL adeguati a un capoluogo.”