Senza clamore, ma non sommessamente. Senza urla, né insulti, né parolacce. E’ stato questo il tratto caratteristico dei discorsi sentiti nell’aula consiliare di Palazzo Spada, in occasione della presentazione della lista del Partito Democratico e del candidato sindaco Paolo Angeletti, per le comunali di giugno. Da molto non capitava più in quell’aula, in cui la regola del rispetto “civile” è diventata l’eccezione.
Così niente proclami roboanti, ma illustrazione di idee; ammissione di alcune colpe, ma sena cospargersi il capo di cenere; la coscienza di dover affrontare un tratto di salita irta, ma anche la convinzione che non è scritto da nessuno parte che si rimanga staccati dal gruppo e che non si possa sperare in un arrivo in volata. Ciò che è determinante è il gioco di squadra, l’impegno di tutti i gregari, termine nobile del ciclismo.
Gambe in spalla, quindi. E avanti con la campagna elettorale, fatta di contatti coi cittadini, di confronto con loro, spiegando che la non felice riuscita del governo cittadino passato che “non dipende solo dal Pd – ha specificato il segretario provinciale, Paolo Silveri – ma anche da difficoltà oggettive e stringenti legate alle scelte dei governi nazionali. E’ stato il governo Monti – ha aggiunto Silveri – quello che ha strangolato finanziariamente gli enti locali”.
Colpa mia o colpa tua, comunque questo è. “I problemi della città sono tanti li vedo – ha detto Paolo Angeletti – perché pure se il lavoro mi ha portato in giro per il mondo, è da 71 anni che vivo qui”. 71 e non 72, specifica, “mica perché è importante, ma per la precisione”.
Ed allora: cosa propone questo candidato sindaco che ha accettato una sfida difficilissima “per amore della città”? Niente promesse choc, “perché è inutile promettere se non si è sicuri di poter mantenere”. E quindi un excursus sulle direzioni da prendere “nel caso fossi io il sindaco, ma che sosterrò comunque nel colloquio con le altre forze politiche”. Prima cosa il rilancio della tradizione industriale ternana, la valorizzazione della sue specificità e competenze, e del suo indotto. Uno sviluppo la cui valorizzazione è collegata alla ricerca e quindi ad una rigenerazione del polo universitario. La cultura, il turismo “perché Terni e i suoi dintorni hanno particolari attrattive poco valorizzate”. L’istruzione? La scuola? Il problema è forte, ma poco può fare il Comune su questo fronte. Poi i servizi, primo fra tutti quelli per la salute. “Il nostro ospedale è un’eccellenza, basta considerare quali interventi all’avanguardia nel mondo vi si fanno”.
In sostanza: Terni deve credere di più in sé stessa, nella proprie specificità, nelle proprie risorse”. A primo impatto è mancato il riferimento ad alcuni temi “d’attualità”: l’ambiente (ma può essere legato aquello della salute), il rapporto con la Regione, le infrastrutture.
Sono temi che non mancheranno certo tra quelli che saranno toccati nel colloquio con la città durante la campagna elettorale. Perché a contraddistinguere il candidato Angeletti non è solo la calma “dei nervi distesi”, ma anche e soprattutto la disponibilità al colloquio “con tutti”. La campagna elettorale sarà, così, un viaggio che gli permetterà di conoscere ancor più e meglio le esigenze dei cittadini.
Poco altro resta da aggiungere nel riferire dell’avvenimento, se non riportare alcuni passaggi del discorso della segretaria comunale Sara Giovannelli: “La lista del Pd è profondamente rinnovata, con molti candidati giovani e molte donne e soprattutto – ci ha tenuto a dire – è una lista nata dal basso in base alle indicazioni dei circoli territoriali”.
Era contenta, la segretaria: come una ragazzina cui hanno regalato un chilo di zucchero filato. L’ottimismo – si sa – non guasta mai.