Stato di agitazione e assemblea permanente dei lavoratori della Tct, con un primo pacchetto di ore di sciopero previsto per domani mattina con presidio sotto il Comune di Terni. È la conseguenza dell’annuncio della procedura di licenziamento collettivo dei 51 dipendenti dell’azienda che taglia i prodotti del Tubificio. Nella mattinata di ieri mercoledì 10 maggio, le Segreterie di Fim, Fiom e Fismic, congiuntamente alle Rsu, sono state ricevute dalla proprietà della TCT srl per affrontare alcune tematiche relative all’organizzazione del lavoro e per fare un punto generale della situazione. L’azienda, si legge nella nota dei sindacati, ha iniziato la riunione comunicando il fallimento di tutti i tentativi di dialogo con Ast/Arvedi – Tubificio/Arvedi relativamente alla possibilità di trovare una soluzione tra privati alla controversia di carattere commerciale. La proprietà della Tct ha altresì dichiarato che, dai contatti avuti con i rappresentanti aziendale è emerso che non erano interessati all’acquisizione dei macchinari, dei capannoni industriali, né di farsi carico dei lavoratori. E’ stata inoltre evidenziata una perdita di più di un milione di euro a chiusura dello scorso anno fiscale e una previsione negativa, stimata tra i quattro/cinquecentomila euro per l’eventuale continuazione dell’attività produttiva fino a luglio 2023. A fronte di questo la proprietà della Tct ha comunicato ai sindacati la cessazione delle attività produttive dell’azienda con l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo, che ha trovato conferma nella giornata odierna. Come sindacati già da ieri avevamo inoltrato una richiesta di incontro all’assessore allo sviluppo economico della Regione Umbria – spiegano Fim, Fiom e Fismic – che ha già provveduto alla convocazione delle parti martedì 16 maggio e inviato un aggiornamento al Prefetto di Terni. Abbiamo inoltre sollecitato nuovamente la direzione aziendale del Tubificio a convocare un tavolo già richiesto in data 3 maggio, richiesta a tutt’oggi inevasa. Come organizzazioni sindacali riteniamo l’avvio della procedura da parte della Tct un fatto grave e certifica 51 esuberi. Inevitabilmente questa situazione richiama tutte le parti ad assumersi le proprie responsabilità di fronte a un impatto sociale di questa rilevanza, che potrebbe generare ulteriori problemi nell’intera filiera, sia a livello di esuberi, che di produzioni sul territorio. A fronte di quanto detto ci aspettiamo, da subito, azioni concrete di responsabilità volte alla tutela dell’occupazione, a partire dagli impegni assunti a più riprese dalla dirigenza di Ast al tavolo prefettizio e al tavolo del Tubificio, nonché dallo stesso presidente Arvedi durante il pontificale di San Valentino di fronte alla Cattedrale di Terni che, rivolgendosi ai lavoratori della Tct ha affermato: “Ast è la casa comune”. Lo stato di agitazione proseguirà sabato, con una presenza dei lavoratori alla partenza del Giro d’Italia, continuando poi martedì con un presidio sotto gli uffici della Regione Umbria, in concomitanza dell’incontro con l’assessore Fioroni. Ulteriori iniziative saranno valutate in base all’evoluzione della vertenza.