La presidente del consiglio comunale, Sara Francescangeli, sostiene di essere intimidita dalla opposizione di centrodestra.
Il 14 luglio ha sostenuto di ricevere “da giorni pressioni dirette ed indirette, esplicite e non, dai toni palesemente intimidatori da esponenti, anche qualificati, della minoranza di centro destra. Minoranza che pretende il rispetto rigoroso di norme, che peraltro in parte ignora, a proprio comodo, quando chiede, invece, di derogare alla osservanza di quelle stesse norme, laddove non collimino con le proprie esigenze, invocando, a gran voce, il rispetto degli spazi e della rappresentatività delle minoranze”.
“Ritengo gravissimo, e non intendo tollerare ulteriormente – aggiungeva la presidente – il comportamento tenuto dalla minoranza di centro destra negli ultimi giorni, nei confronti della presidenza del Consiglio Comunale, al fine di piegarne ed orientarne le determinazioni, nonostante avesse già rassicurato ed argomentato sulle richieste avanzate. Ricordo che il Presidente del consiglio comunale, per giurisprudenza costante, è la figura posta a garanzia del corretto funzionamento di detto organo e della corretta dialettica tra maggioranza e minoranza. Laddove, nel corretto funzionamento dell’assise vanno contemperate, da parte del Presidente, molte esigenze, spesso confliggenti, e di più o meno gradata rilevanza per l’interesse pubblico. Unico faro dell’azione amministrativa.
La dialettica politica – scriveva ancora la Francescangeli – non può e non deve investire la presidenza del Consiglio Comunale, alla quale non vanno paventate mozioni di sfiducia, del tutto immotivate e destituite di fondamento, solo per ottenere il risultato sperato.
Nel rivendicare la neutralità e l’autonomia della funzione che rivesto, auspico che prevalga rapidamente un atteggiamento improntato al rispetto delle istituzioni, alla correttezza, alla legalità ed al buon senso, auspico, inoltre, che ulteriori iniziative vengano ponderate anche, e soprattutto, nel più totale rispetto dei cittadini”.
Tirata esplicitamente in ballo, l’opposizione di centrodestra ha oggi replicato alla presidente.
“Leggiamo con stupore – sostengono in una nota congiunta i consiglieri di FdI, Forza Italia e del gruppo Masselli Sindaco – le dichiarazioni della presidente Francescangeli la quale confonde il richiamo al rispetto del regolamento, dello statuto e del Tuel con atteggiamenti intimidatori . Come riscontrabile dai verbali della conferenza dei capigruppo tenutasi l’11 luglio, e con successiva nota inviata alla presidenza del consiglio comunale, abbiamo solo richiesto l‘osservanza del regolamento( art 21 comma 1) e del Tuel. Le regole vanno seguite e non assoggettate alle esigenze politiche delle maggioranze.
Quanto alla volontà annunciata dal presidente di efficientare i lavori dell‘assise e razionalizzarli sottolineiamo che
1) ad oggi nel mese di luglio è stato convocato un solo consiglio comunale
2) per quanto attiene alla richiesta di consiglio comunale da noi protocollata il 4 luglio, art.44 comma 2 avente come oggetto Ripristino di condizioni di legalità, correttezza, rispetto delle norme, dei ruoli e delle persone all’interno del Comune di Terni, ricordiamo che l’aggiunta di altri punti all‘ordine del giorno deve essere oggetto di autorizzazione da parte dei richiedenti.
Invitiamo, infine, tutti ad abbassare i toni ricordando che ogni assemblea elettiva ha nel suo presidente un elemento di garanzia che anche e a prescindere dalla parte politica di provenienza dovrebbe agire nel rispetto dei regolamenti, a tutela di tutti gli eletti e delle istanze della parte politica che rappresentano”.
Motivo del contendere la convocazione del consiglio comunale straordinario richiesta dai gruppi di centrodestra il 4 luglio per discutere del caso sindaco-responsabile dell’ufficio stampa della giunta, assurto agli onori della cronaca nazionale per via di un video.
E’ chiaro che la mancata convocazione del consiglio entro i 20 giorni stabiliti da regolamento comunale non sarebbe fatta passare senza conseguenze. Il centrodestra potrebbe presentare nei confronti della presidente una mozione di sfiducia da votare a scrutinio segreto.