I sindacati tornano in piazza venerdì 14 aprile, a Terni, per contrastare “l’indebolimento della sanità pubblica” e i “tagli ai servizi a discapito dei cittadini”. La manifestazione – promossa da Cgil, Cisl e Uil – partirà alle ore 16.30 da piazza Ridolfi (davanti al Comune) per raggiungere la prefettura, dove è previsto un presidio dalle ore 17.30 alle ore 18.30. Prevenzione, strutture, investimenti, personale, liste d’attesa, servizi territoriali e appalti: sono queste – secondo Cgil, Cisl e Uil – le priorità su cui intervenire, contrastando al contempo l’ipotesi di un’unica azienda ospedaliera regionale, il depotenziamento dei presidi territoriali e ulteriori politiche di privatizzazione dei servizi socio sanitari assistenziali. “Crediamo che la situazione della sanità nel nostro territorio sia arrivata ad un livello di allarme che richiede una forte mobilitazione – spiegano i tre sindacati – per questo chiamiamo tutta la cittadinanza a scendere in piazza con noi domani per dare un forte segnale alla politica regionale e pretendere che nei percorsi di prevenzione, cura e riabilitazione ci siano tempi rapidi e certi”. E anche il Coordinamento 2050 Umbria si schiera a fianco dei sindacati a difesa della sanità pubblica. “Bene fanno i sindacati a scendere in piazza a Terni – si legge in una nota – per denunciare questo progressivo impoverimento nella quantità e nella qualità dei servizi sanitari e socioassistenziali. Il Coordinamento 2050 è al loro fianco a Terni e in ogni altra occasione che si terrà opportuna organizzare nel futuro. Il Servizio sanitario pubblico è al collasso in Umbria – fa notare Il Coordinamento 2050 – la totale assenza, per latitanza, della giunta regionale di destra nella gestione della sanità pubblica, che per questo ha generato un buco di bilancio di centinaia di milioni di euro, sta producendo effetti devastanti nel funzionamento del servizio sanitario pubblico umbro. La carenza di personale, le interminabili e a volte criminali liste di attesa, la chiusura di servizi ospedalieri e territoriali, sono l’eclatante testimonianza di una volontà indirizzata al progressivo impoverimento dell’offerta sanitaria pubblica a tutto vantaggio della sanità privata che, così, vede moltiplicare i propri profitti a spese dei cittadini umbri che non trovando risposte nel pubblico si trovano costretti, ovviamente chi può permetterselo, a rivolgersi proprio alla sanità privata. L’Umbria – concludono dal Coordinamento 2050 – solo pochi anni fa era tra le regioni con la migliore qualità dei servizi sanitari, ospedalieri e territoriali. L’Umbria a cui si rivolgevano persone da fuori regione per curarsi, in numero molto maggiore di quanti umbri andavano fuori regione per gli stessi motivi. A oggi per colpa delle politiche di destra avviene il processo inverso a indicare quanto di scellerato si sta giocando sulla vita di 900 mila umbri. Non bisogna abbassare la guardia in difesa della sanità regionale pubblica, fondamentale strumento di tutela e difesa della salute e della vita della collettività regionale”.