“Nonostante sia stata fatta montare una trepidante attesa, l’esito della Conferenza dei servizi che si è tenuta ieri in Regione sul caso Stadio – Clinica di Terni, era del tutto scontato, semplicemente perché è buona norma non andare oltre ciò che è consentito dalla legge”.
E’ quanto dichiara Fabio Paparelli Lo dichiara il consigliere regionale Fabio Paparelli, consigliere regionale del Partito Democratico il quale aggiunge “solo degli sprovveduti o degli incompetenti in malafede, sia dal punto di vista tecnico che politico-amministrativo, potevano alimentare per mesi vane aspettative su questa vicenda, pur di prendersi la scena, così come è successo nel caso dell’assessore regionale Melasecche e del sindaco di Terni Latini.
I due, come è ormai chiaro a tutti, si sono resi protagonisti – aggiunge il consigliere Pd – di una vera e propria presa in giro ai danni del presidente della Ternana, dei tifosi e dell’intera città e per questo dovrebbero chiedere scusa e dimettersi. Il primo (Melasecche, ndr) per aver illuso strumentalmente una città con tanto di raccolta di firme e, il secondo (Latini, ndr) , per non aver saputo difendere fin da subito gli interessi della sua comunità.
Come era ampiamente prevedibile, anche senza il ricorso a superconsulenti, è stato semplicemente ribadito che non è possibile condizionare la realizzazione di uno stadio al convenzionamento pubblico di 100 posti letto presso una clinica che ancora non esiste. Sin dall’inizio, consapevoli di ciò, avevamo suggerito ai proponenti di valutare strade alternative di compensazione finanziaria per la realizzazione dello stadio, forti della nostra cultura riformista e della serietà con cui ci si deve porre di fronte ad un imprenditore. Inoltre senza perdere tempo e danaro bastava chiedere, come suggerito da noi, un parere preventivo che avrebbe fatto risparmiare tempo e danaro.
In sostanza – aggiunge Paparelli – dalla Conferenza dei servizi viene rimarcato quanto stabilito dal decreto legislativo 502 e da una dgr del 2018, cioè che allo stato attuale è possibile accreditarsi e ottenere il convenzionamento con la sanità pubblica solo dopo aver costruito una struttura sanitaria. Peraltro, come il Tar ha affermato più volte con chiarezza, chiunque abbia ottenuto l’accreditamento può e deve poter partecipare alle procedure comparative (gare) per ottenere il convenzionamento, in base ovviamente alla qualità dei servizi offerti. Per questo motivo appare oltremodo strumentale, quanto inopportuno, che la Regione, pur di salvarsi in calcio d’angolo, continui a parlare di possibili riequilibri futuri tra Terni e Perugia da realizzare proprio sul tema dei convenzionamenti sanitari, quando Tesei, Melasecche e compagnia sanno bene che esistono, per legge, solo gare e procedure comparative regionali, cui si partecipa per diritto e non per scelta politica.
A Terni – sottolinea Paparelli – è già stata autorizzata la costruzione di una clinica privata che al pari delle altre esistenti in Umbria, qualora costruita ed accreditata, potrà partecipare all’iter ed alle procedure volte ad ottenere il convenzionamento. Il solito fumo negli occhi gettato per confondere oltremodo l’ambiente e provare a prendere tempo dato che a breve proprio a Terni ci saranno le elezioni comunali e questa vicenda evidenzia la incompetenza e la debolezza delle classi dirigenti di destra che governano città e regione. Si apra ora – conclude Fabio Paparelli – un dibattito vero in città sullo stato vergognoso della sanità pubblica, con migliaia di cittadini costretti a depennarsi dalle liste di attesa e si apra un confronto vero sulle possibilità di avere un nuovo stadio.
Mi limito a ricordare che si potevano e si possono percorrere strade alternative per raggiungere totalmente o parzialmente gli equilibri finanziari per il nuovo stadio, sia attivando sinergie pubbliche con la Ternana calcio, a partire dall’utilizzo della legge dei canoni idrici destinati all’impiantistica sportiva, sia mettendo a disposizione per strutture sanitarie private, strutture pubbliche già esistenti, come avevo a suo tempo suggerito ai proponenti, come gli immobili dell’ex Milizia di Terni, già predisposti e pronti ad ospitare strutture sanitarie e di ricerca, anziché come invece è stato deciso, farci un albergo sperperando soldi pubblici.
Ad oggi forse sarebbe rimasto in sospeso solo il tema del convenzionamento e il traguardo del nuovo stadio sarebbe più vicino invece di rimanere solo un miraggio”.