“Il mio nome è Michelangelo Merisi, ma per il mondo io sono solo Caravaggio”.
Stefano de Majo è un attore molto conosciuto a Terni e la sua passione per il teatro lo ha portato ad incontrare ‘Freedom oltre il confine’ trasmissione televisiva molto apprezzata condotta da Roberto Giacobbo. In un servizio sull’artista Caravaggio, infatti, Stefano è stato chiamato ad interpretare il pittore del vero e della luce.
“Come ci sono arrivato io non lo so, come spesso accade non è per caso, ma c’è sempre di mezzo il caso. Il caso ha voluto che stessi recitando Canova a Narni e in quei giorni Freedom stava approntando un servizio sulla Narni sotterranea con Roberto Nini, tra l’altro un posto fantastico. Hanno visto come ho approcciato il personaggio, gli è piaciuto molto e mi hanno chiesto se fossi disponibile ad interpretare Caravaggio. Caravaggio – che ho studiato, l’ho fatto per anni in teatro e tuttora sogno di replicarlo – è dentro di me, quindi è stato veramente un onore, un piacere, una scoperta.”
Per Stefano de Majo è stata un’avventura a tutto tondo.
“Ho lavorato con grandi professionisti, è stato un lavoro intenso che è durato un’intera giornata. La cosa che mi è molto piaciuta è che avendo visto come io faccio il teatro mi hanno lasciato una grande libertà. Inizialmente avevo soltanto chiesto di poter fare delle battute che mi piacessero e mi hanno detto che non lo fanno mai, invece poi lavorando e anche un po giocando si è visto come quelle che erano le battute del mio spettacolo calzassero esattamente con la linea che loro avevano dato al personaggio, perciò a quel punto si sono abbattuti tutti i confini. La cosa bellissima che porto con me – al di là della professionalità e del riscontro che c’è stato in tutta Italia – è stato questo approcciarsi tra uomini d’arte, di cultura, aperti, senza confini.”
Una macchina organizzativa, quella di Freedom oltre il confine, che non lascia nulla al caso.
“Per ogni singola scena, giocando molto sulla luce, sull’istante perché abbiamo fatto tutte immagini molto fugaci, istantanee, d’istinto, dietro c’erano sei telecamere, c’era una regia sempre presente, puntuale e c’era un’attenzione ai particolari. Questo clima che si è instaurato è stato secondo me la scintilla, quello che può essere il valore caravaggesco dell’opera televisiva che abbiamo fatto.”
Da Terni a Freedom oltre il confine “è esattamente la sintesi di quello che io anelo da sempre, conclude Stefano, partire dal territorio – il ternano, la Valnerina, l’Umbria, l’Italia – e poi volare verso sguardi e panorami più universali, valori più che universali, appunto oltre il confine.”