Il dottor Valter Cassutti, fra gli amici del Teatro Verdi e studioso della storia locale, interviene nel dibattito sul restauro del Teatro Verdi. Cassutti prende spunto dall’ultimo intervento, quello del maestro Palleschi, sostenendolo con convinzione. Il maestro ha sottolineato “le prerogative essenziali di un teatro destinato ad essere competitivo e all’avanguardia sia dal punto di vista tecnico che sociale” e “le perplessità a proposito di innovative ed avveniristiche strutture architettoniche moderne che potrebbero rivelare poi gravissime carenze funzionali”.
Secondo il dottor Cassutti ” Solo il teatro all’italiana, per la sua particolare struttura ad emiciclo permetterebbe ancora l’allestimento di spettacoli teatrali, in assoluta sicurezza”.
L’INTERVENTO DI VALTER CASSUTTI
Tutti i ternani, affezionati alla propria città e sensibili alla tutela della loro identità storico-culturale, accolgono con enorme soddisfazione e compiacimento la lettera che il Maestro Carlo Palleschi ha scritto a proposito della ristrutturazione del Teatro Verdi. Missiva autorevole da parte di una professionalità e di un’eccellenza di livello mondiale che in modo semplice e chiaro, ma altrettanto dotto ed incisivo, riesce a sottolineare le prerogative essenziali di un teatro destinato ad essere competitivo e all’avanguardia sia dal punto di vista tecnico che sociale. Degne di nota sono inoltre, secondo il mio parere, le perplessità espresse a proposito di innovative ed avveniristiche strutture architettoniche moderne che potrebbero rivelare poi gravissime carenze funzionali ( acustica, visibilità, recettività, capienza ecc.) come purtroppo dimostra l’esperienza del teatro Regio di Torino che, dopo la sua inaugurazione avvenuta nel 1976, fu poi sottoposto ad un nuovo restauro a causa delle gravi carenze di tipo acustico.
L’INTERVENTO DEL MAESTRO CARLO PALLESCHI
E’ necessario pertanto, sempre secondo il mio modesto parere, trarre insegnamento dal passato per evitare il perpetuarsi di spiacevoli e gravi errori tecnici che potrebbero riproporsi in futuro anche come cattivi ed inadeguati investimenti di danaro pubblico.Tutti i cittadini di Terni, dotati di buon senso, sensibilità e buon gusto sollecitano pertanto le autorità locali e regionali ad accogliere l’invito, espresso in questi ultimi giorni attraverso i media, a fermare e considerare ex novo un progetto che possa essere funzionale, moderno e finalmente anche valido dal punto di vista estetico. Tale esortazione è stata espressa, in data 7 giugno 2020, anche da parte di un noto architetto ternano che, attraverso una missiva apparsa su un giornale locale, ha apertamente affermato: Sindaco, mi creda, è ancora in tempo per invertire la rotta: sospenda temporaneamente l’iter del bando di gara……………!!
L’INTERVENTO DELL’ARCHITETTO CARLO GIANI
Un grido di dissenso che si leva finalmente a squarciare quella tenebrosa cortina di omertoso silenzio che non solo ha salutato il debutto del concorso internazionale indetto per la ristrutturazione del nostro teatro, ma che addirittura ha perseverato nell’indifferenza più totale a disinteressarsi del suo corretto e trasparente svolgimento. Un segnale importante che proviene proprio da una delle categorie che avrebbe dovuto da subito mostrare la propria riprovazione e condanna dell’opinabile iter gestionale di tutta l’annosa vicenda del Verdi che sembra purtroppo concludersi indegnamente con una sorta di bene placido, attraverso un malcelato concorso internazionale, all’ulteriore proposta di un brutto e inutile cinema-teatro. Tutti noi infatti abbiamo auspicato ed ardentemente sperato che gli ordini professionali degli architetti e degli ingegneri avessero concertato un “ sollevamento di scudi” unanime nei confronti di una decisione così indecorosa e assolutamente inutile per il bene della nostra città e invece…….Nulla, Silenzio…poiché è assai più comodo nascondersi dietro il proprio “Tabarro” e non vedere, non sentire, non ascoltare!
Purtroppo nella nostra città, da sempre, siamo adusi a vivere nell’insipienza e nella non curanza più totale, a non manifestare alcun segno di avversione di carattere politico/amministrativo per il timore di rappresaglie e di ripercussioni personali negative, restiamo quindi in silenzio fedeli al motto: Lasciam scherzare i Grandi……non ci si lucra niente!” E’ comune convincimento non osteggiare le scelte di gestione della ” res publica” soltanto per puro e sano egoismo! In realtà si tratta solo di perseverare in un vero e proprio oscurantismo intellettuale, di incrementare un incivile menefreghismo che alimenta soltanto l’egotismo e l’individualità di coloro che agiscono esclusivamente per puro interesse e successo personale a discapito del bene della comunità. Il dannoso germe fecondatore dei regimi totalitari!
La nostra civiltà democratica fonda invece le sue radici sulla condivisione, sul confronto e sull’interazione costruttiva al fine di raggiungere i migliori risultati decisionali nell’interesse della comunità! Rifugge il SILENZIO come passiva e rassegnata approvazione di decisioni inique e non consente ritorsioni nei confronti dei contestatori. E’ aperta al dialogo ed alla ratifica di proposte alternative sensate e rispettose dell’interesse della collettività! Un plauso pertanto ad ogni tipo di voce che si discosta dal coro in nome della trasparenza, dell’interesse comune, della tutela dei beni culturali ed artistici e della condanna dello spreco del denaro pubblico. Un elogio particolare inoltre da parte di tutti coloro che sostengono la ricostruzione della sala ottocentesca del Poletti sia come ulteriore vanto artistico-culturale per il nostro territorio sia come valida alternativa di forme di spettacolo in tempo di Covid 19 . Solo il teatro all’italiana, per la sua particolare struttura ad emiciclo permetterebbe ancora l’allestimento di spettacoli teatrali, in assoluta sicurezza, garantendo il distanziamento tra gli spettatori come previsto dall’attuale emergenza. Ulteriore esempio quest’ultimo di come sia possibile reinventare il futuro attraverso gli insegnamenti del passato!