C’era bisogno di una notizia così, di un impegno sul territorio dell’Eni, che se ne era andata una ventina di anni fa, quasi di soppiatto. E arriva sotto la forma della Versalis, una sua società, interamente controllata, che ha acquisito la Novamont, fiore all’occhiello della “chimica sostenibile”, posizionata all’interno della ex Polymer. In realtà l’Eni, pardon Versalis, aveva già una partecipazione di un terzo di Novamont ma ora diventa unico azionista con la possibilità di indirizzare le politiche industriali.
Da una nota ufficiale viene comunicato che Versalis “è la prima azienda chimica italiana e leader a livello internazionale, la cui strategia è fortemente mirata verso la specializzazione del portafoglio anche attraverso la chimica da fonti rinnovabili”. E la nota prosegue: “L’operazione permetterà di rafforzare la piattaforma Novamont accelerando lo sviluppo di filiere multiprodotto ad alto valore aggiunto e i progetti di territorio per disaccoppiare l’utilizzo delle risorse naturali dalla crescita economica nella logica di fare di più con meno”.
Una dichiarazione che sembra scritta proprio per il Polo Chimico ternano, che aveva spinto le istituzioni a compenetrare l’attività d’avanguardia della Novamont con le risorse e le capacità dei lavoratori ternani. Insomma, i presupposti per far rinascere il Polo Chimico ternano ora sono diventati realtà al di là di tante chiacchiere.