Sarà pure, come dice la Lega, una specie di manovra del Pd che vuole screditare una città come Terni la quale, ad una indagine statistica relativa ai messaggi social, è classificata come la città italiana maggiormente “odiatrice”. Non è una gran pubblicità specie per una città turistica quale i suoi amministratori la considerano. Perché chi legge gli slogan “Terni città di San Valentino, Terni città dell’amore” qualche dubbio potrebbe anche farselo venire. Comunque, alla fine, si sa: sono statistiche, numeri ricavati secondo algoritmi che valli a capire. Lo studio è, in ogni modo, di Vox Diritti, l’Osservatorio Osservatorio Italiano sui Diritti, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, Sapienza – Università di Roma e IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano.Ne viene fuori, magari, un dato che potrebbe far pensare. Terni: 21 mila e spicci messaggi di intolleranza soprattutto – nell’ordine – contro disabili, migranti, donne, ebrei, omosessuali. Però va registrato anche – come segno di apertura mentale – che solo 38 di quei ventunmila e spicci messaggi intolleranti riguardano gli islamici.
In totale, comunque, i messaggi di intolleranza di utenti ternani dei social sono 2.500 più che a Roma, quasi cinquemila più che a Milano, quattro volte rispetto a Torino e Napoli, dieci volte rispetto a Firenze. Sono “ragazzi” vivaci questi ternani. E sensibili. Al punto che certi liceali mandati dalla scuola a Roma per una manifestazione giovanile internazionale, col cuore stretto dalla commozione, appena scesi dal treno si sono sentiti trasportati a onorare la città che li accoglieva con un bel saluto romano. Che altro sennò?
Sono davvero così i ternani? Strano: sì qualcuno ricorderà la foto dei “Tre omofobi che raffigurava l’onorevole Pillon, il sindaco Latini e il vice presidente del consiglio comunale Maggiora, ma sono goliardate, ti pare che gente con tali responsabilità istituzionali certe cose le faccia sul serio? E poi c’è la riprova. Bastava essere presenti al consiglio comunale dell’altro giorno per rendersi conto dell’alto grado di eleganza anche verbale raggiunto ormai a Terni. C’è stato un battibecco. Il consigliere Alessandro Gentiletti si è alzato in piedi e si è lasciato scappare “Il consigliere Rossi sta dicendo delle stupidaggini”. Ma quando mai! Subito è intervenuto il presidente del consiglio Francesco Maria Ferranti, evidentemente frequentatore di salotti letterari e uno che dovrebbe darsi del tu con quelli dell’Accademia della Crusca: “Consigliere Gentiletti, stupidaggini è un termine non consono all’assemblea, la prego di moderarsi”. Contrito, Gentiletti lo ha subito fatto e si è corretto: “Il consigliere Rossi dice corbellerie”. E “corbellerie” sembra che si possa dire, perché nessuno lo ha richiamato.
Ti pare a te che una città dove si “lavora” la lingua italiana in punta di fioretto possa essere allo stesso tempo capace di avercela con un disabile, un omosessuale, un ebreo? E’ tutta una manovra. Sicuro.